DOMANDA
Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni.
Il 18 febbraio, dopo un episodio improvviso di febbre alta, tachicardia e affanno respiratorio, i medici del ps mi hanno diagnostico una pleuropolmonite sinistra. Mi sono curata a casa, secondo le indicazioni fornitemi dal personale medico, con un ciclo di 10 giorni di antibiotico (augmentin). Sono rimasta a riposo per 2 settimane. Al termine del periodo di convalescenza, mi sentivo completamente guarita e ho ripreso il lavoro e le mie normali attività, cercando di evitare sbalzi termici e sospendendo la palestra.
Il mio medico di famiglia mi ha prescritto un RX torace di controllo, che avrei dovuto effettuare verso il 15 marzo, ma ho scoperto di essere incinta e la ginecologa mi ha sconsigliato di effettuare la lastra.
Nel frattempo, circa 2 settimane fa, inizia a comparire un lieve fastidio, simile a un dolore puntorio intecostale ben localizzato a livello del torace, lateralmente a sinistra. Con il passare dei giorni il dolore è aumentato e si è spostato verso la schiena, si accentua con il respiro, con i colpi di tosse, gli starnuti, con movimenti bruschi e in posizione coricata. Ho richiesto nuovamente un consulto al mio medico di famiglia, che mi ha prescritto una visita pneumologica, ho prenotato per giovedì prossimo. In questi giorni il dolore non accenna a diminuire, e si manifesta anche premendo il torace anteriormente, in un punto preciso. Si tratta presumibilmente di un normale decorso della pleuropolmonite? Grazie
RISPOSTA
Solo se la pleuropolmonite “guarisce” con la formazione di aderenze pleuriche (cicatrici tra i foglietti pleurici) si può avere la sintomatologia che lei ha descritto. Comunque una visita pneumologica è indicata e può essere indicata anche un’ecografia toracica che non dà radiazioni e se eseguita da medico esperto può differenziare la presenza di aderenze da altre situazioni patologiche o no.