Donne che amano troppo

    DOMANDA

    Salve Dottoressa,
    Sono anni ormai che la seguo incessantemente… dalle interviste in tivù a quella sulla rivista Panorama, dalle consulenze online alle sue interessanti pubblicazioni… sempre alla ricerca di risposte e soluzioni alla tossicodipendenza di mio marito.
    Una persona a me molto cara, tempo fa mi consiglio di leggere un libro, “ Donne che amano troppo”.
    Ho capito di essere anche io dipendente, dipendente dall’amore, da un amore malsano.
    La prego, mi suggerisca come occuparmi di me stessa. Da dove devo iniziare???

    RISPOSTA

    Il quesito che mi sottopone, la dipendenza da un amore “malsano”, viene usualmente definito codipendenza, che è una modalità relazionale che si può riscontrare quando in famiglia c’è un soggetto tossicodipendente o alcolista e i congiunti (la moglie, la partner o il genitore ) si lasciano controllare inconsapevolmente dal paziente, funzionando con modalità desiderate dal cocainomane.

    Va però sottolineato che, quando questa situazione si verifica, la persona codipendente non solo si fa condizionare in modo eccessivo dal comportamento di un altro, ma allo stesso tempo cerca di controllarlo in modo altrettanto esagerato.

    Il codipendente crede fermamente, o ha imparato a credere, che l’amore, l’accettazione e l’approvazione nella relazione con il paziente giustifichi il suo comportamento, distaccandosi sempre più dalla comprensione della realtà.

    Per affrontare queste modalità relazionali che sono disfunzionali (e che a loro volta determinano comportamenti disfunzionali) bisogna per prima cosa riconoscerne l’esistenza e poi iniziare un percorso di cambiamento del proprio modo di rapportarsi con gli altri.

    Frequentemente, quando un membro della coppia mette in atto dei comportamenti che gli permettono di iniziare a superare il proprio bisogno di dipendenza dal partner, l’altro si sente inevitabilmente tradito e abbandonato, infatti questo tipo di relazione disfunzionale, come tutte le relazioni patologiche, non prevede cambiamenti, ma equilibrio, staticità, dipendenza.

    Le consiglio perciò di decidere per un percorso realmente terapeutico che le permetterà di affrontare le conseguenze sul piano emotivo di un grande cambiamento. Inizialmente la sensazione di sofferenza e di vuoto, dovuta alla mancata abitudine di prendersi cura dell’altro, la potrebbe mettere a dura prova, ma, se riuscirà a controllare la tentazione di “tornare indietro”, progredirà verso un cambiamento costruttivo. Se fare da sola è troppo difficile, richieda l’aiuto di uno specialista, psicoterapeuta o psicologo che possa darle una mano nell’affrontare situazioni non facili e dolorose.

    La ringrazio per le parole gentili che mi ha scritto 

    Antonia Cinquegrana

    Antonia Cinquegrana

    MEDICO INTERNISTA E PSICOTERAPEUTA. Responsabile del Centro Cura Cocaina di Brescia. Negli ultimi 25 anni ha progettato e diretto significative sperimentazioni inerenti il trattamento ambulatoriale della dipendenza da cocaina particolarmente dedicate ai soggetti cocainomani integrati socialmente, raccogliendo la più ampia casistica italiana in materia. Nel 2015 ha ideato il Centro Clinico Cura Cocaina, rivolto a […]
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