Emetofobia

    Pubblicato il: 27 Febbraio 2011 Aggiornato il: 27 Febbraio 2011

    DOMANDA

    Gentilissimo Dottor Mian

    sono una 37enne emetofobica ormai da bambina.

    Inutile dirle che questa fobia mi ha rovinato la vita o per meglio dire mi sta impedendo di crearmene una.

    In questo periodo di virus, poi, non mangio e non respiro nemmeno piu’, col risultato che a casa mia mi ridono dietro se non mi prendono per una povera pazza, come dire oltre il danno la beffa!

    Ho davvero bisogno di aiuto, ma soprattutto di sapere se si puo’ venirne fuori.

    Io le scrivo da Napoli.

    Puo’ consigliarmi un esperto nella mia citta’?

    Mi aiuti grazie silvia

    RISPOSTA

    Gentile Silvia,

    lei lamenta una difficoltà nel permettere ai suoi cari di comprendere appieno la sua sofferenza.

    Molto spesso purtroppo, viene detto:” a tutti da fastidio o fa ribrezzo vomitare o vedere altri mentre lo fanno”. Questa parole, sebbene razionalmente accettabili, nella persona affetta da emetofobia, risuonano come un “non ti capisco”.

    Per questo, le consiglio di comunicare ai suoi cari “come” la fa stare questo problema e in “cosa” la limiti. Non l’oggetto della paura stessa (che alla maggioranza delle persone, appare bizzarra o incomprensibile).
    Da qui, potrebbe (e dovrebbe) iniziare un dialogo con i suoi cari diretto e schietto riguardo il suo problema.

    Per quanto riguarda il “virus gastrointestinale”, temuto dalla quasi totalità degli emetofobici, la sua strategia, da quanto mi riferisce, è il digiuno ed il controllo/limitazione della respirazione quando è a contatto con altre persone (per il timore di essere contagiata).

    Questi comportamenti sono indubbiamente degli evitamenti che purtroppo non le impediranno di ammalarsi se verrà mai a contatto con il virus. Uscire dal problema deve significare, giungere a comportarsi come chi questa fobia non ce l’ha.

    L’emetofobico invece, vorrebbe un sistema o una pillola per non vomitare per tutta la vita o almeno controllare gli episodi di nausea e vomito.

    Anche se esistesse una “pastiglia magica” come questa, non toglierebbe come d’incanto l’oggetto della paura, ovvero la perdita di controllo sul proprio corpo, il giudizio degli altri, e l’intolleranza agli imprevisti, tanto per citare alcuni elementi del problema.

    E’ necessario quindi lavorare su questi elementi, che sono gestiti con successo da molti psicologi.

    Per quanto riguardo un esperto nella sua citta’, dovrebbe rivolgersi ad un collega che utilizzi il metodo multidisciplinare (che preveda quindi, in base al caso di ogni singolo paziente, anche la presenza eventuale del medico psichiatra, gastroenterologo e/o nutrizionista) e che conosca la sua specifica fobia. Infine, le consiglio di rivolgersi ad un collega ad indirizzo cognitivo-comportamentale in quanto, per la gestione delle fobie specifiche ed i disturbi d’ansia, si è rivelata essere il trattamento d’elezione (Gros & Antony, 2006).

    Le auguro ogni bene

    Emanuel Mian