DOMANDA
Buon giorno,
scrivo per avere indicazioni riguardo gli episodi di emicrania di cui soffro da quando ho partorito a 28 anni.
Vorrei, però, prima fare una premessa. Sono stata operata due volte per carcinoma mammario: la prima nel 1999,alla quale è seguita radioterapia; la seconda nel 2005 dove mi è stato prescritto il Tamoxifene che ho smesso da un anno. Da allora sono in menopausa.
Poichè gli episodi di emicrania aumentavano, mi è stato prescritto il Laroxyl che assumo anche adesso(10 gocce la mattina e 20 la sera) più un Control da 1 mg appena sveglia poichè l’emicrania insorge sempre all’alba. Con queste dosi, poichè avevo circa 2/3 manifestazioni di emicrania la settimana che scompaiono con la Tachipirina, sono andata da un altro neurologo che mi ha fatto sospendere tutto sostituendo i farmaci con 1 compressa di Limbitryl 12.5/5mg la sera.
Sono stata malissimo:ansia, insonnia, tachicardia!
Ho così ripreso la cura precedente.
La mia domanda è questa: “Se nonostante il Laroxyl devo spesso assumere Tachipirina, questa, a lungo andare, non avrà effetti collaterali? E’ possibile che ci sia un’alternativa?”.
Mi scuso se mi sono dilungata, ma mi preme spiegare adeguatamente la mia situazione.
In attesa di una risposta, ringrazio anticipatamente.
RISPOSTA
Gentile Signora,
2/3 attacchi di emicrania la settimana consigliano anche una terapia preventiva, che Lei sta già assumendo sotto forma di amitriptilina (Laroxyl). Non è chiaro se questa cura renda meno frequenti gli attacchi (prima di assumerla, la frequenza era la stessa?); se l’ efficacia fosse modesta, si deve considerare un farmaco di profilassi diverso, che sarà scelto in base alla sua stori a clinica e farmacologica.
Quanto alla terapia degli attacchi (quella che si prende solo al bisogno, per bloccare il mal di testa), se scompaiono con la Tachipirina può continuare con questo farmaco. Tenga presente che se, come può accadere, l’ efficacia dovesse in futuro essere insufficiente, potrà ricorrere su consiglio medico ai triptani, farmaci specifici per l’emicrania.
Cordialmente
Prof. Giorgio Zanchin