DOMANDA
Gent.mo Prof., mi chiamo Angelo ho 23 anni. Mia mamma sabato scorso, 15 giugno è andata in coma dopo circa 48 ore di terapia intensiva, precedentemente è stata ricoverata per circa 40 giorni. Ha dovuto subire un intervento per rimuovere un’ulcera cicatrizzata situata tra lo stomaco e il pancreas, ciò gli ha provocato per diversi mesi il problema del vomito e quindi non riusciva ad assumere cibo. Appena arrivata in ospedale le somministravano carboidrati e altro.. ma per ogni giorni di ricovero che passava si indeboliva progressivamente, poi è stata operata, il chirurgo ci ha rassicurato che l’operazione è andata bene, ma dopo meno 2 giorni di terapia intensiva ci hanno comunicato che mi madre è andata in coma e da una successiva risonanza magnetica è risultata l’encefalopatia di weRnicke . Ora vorrei sapere se lei personalmente è esperto nel trattamento di questa patologia rarissima in occidente, o comunque mi può indicare un suo collega esperto nel trattamento di questa encefalopatia. Mia madre è ricoverata all’Ospedale Cardarelli di Napoli, se è possibile ci possiamo accordare per una consulenza a pagamento.
Per ora le stanno somministrando una terapia con una maggiore quantità di tiamina.
La ringrazio,
Angelo
RISPOSTA
La diagnosi clinica aggiunta al quadro di risonanza assieme al dato del vomito prolungato per patologia gastrointestinale rendono la diagnosi di encefalopatia di Wernicke molto probabile. E’ una malattia il cui riconoscimento e trattamento non richiede una specifica competenza neurologica. Si affidi quindi ai medici che stanno trattando la mamma (l’unica terapia è la somministrazione e.v. di tiamina a dosaggi piuttosto elevati). In genere l’efficacia della terapia è tanto migliore quanto più precocemente iniziata. Sinceri auguri.