Ernia al disco ha causato ipostenia ed areflessia

    Pubblicato il: 24 Maggio 2010 Aggiornato il: 24 Maggio 2010

    DOMANDA

    Salve,
    sono uno sportivo di 42 anni che ha iniziato quest’anno a soffrire di ernia al disco.
    Ho un’ernia al disco espulsa L5-S1 che attualmente non mi causa più dolore, ma mi ha reso la parte sx del piede sx insensibile, mi costringe a camminare male e mi impedisce quasi completamente la corsa;
    i medici ortopedici e neurochirurghi parlano di “ipostenia alla flessione plantare del piede sinistro e areflessia dell’achilleo sinistro” ed hanno sconsigliato l’intervento consigliando 3 mesi di riposo assoluto.
    Essendo una persona molto sportiva, ciò mi crea enorme frustrazioni oltre che problemi sul lavoro perchè come detto ho difficoltà a camminare. Ho provato chiropratica, osteopatia e fisioterapia senza successo.
    Dunque il mio non è più attualmente un problema di dolori, ma di riacquistare la sensibilità e forza normale del piede per poter riprendere la attività sportiva. Potrebbe consigliarmi qualcosa che possa risolvere la situazione? Grazie

    RISPOSTA

    l’alterazione di sensibilita’ dipende da una sofferenza della radice nervosa che, visto il protrarsi del disturbo puo’ essere in rapporto ad una vera e propria distruzione delle fibre nervose. IN questo caso le fibre tendono a ricrescere con la velocita’ di circa 1 mm al giorno. Se lei calcola quanti millimetri approssimativamente ci sono dalla sua colonna al punto dove le manca la sensi bilita’, tenuto conto anche della tortuosita’ del tragitto del nervo, avra’ un idea del tempo che approssimativamente occorre perche’ le fibre si riformino e la sensibilita’ riprenda gradualmente. vedra’ che la stima e’ di un tempo molto lungo. Abbia pazienza.
    Cordiali saluti

    Francesco Dimeco

    Francesco Dimeco

    SPECIALISTA IN TUMORI CEREBRALI E NEURONCOLOGIA CHIRURGICA. Direttore del dipartimento di neurochirurgia e della I divisione di neurochirurgia della Fondazione istituto neurologico Carlo Besta di Milano. Si è laureato in medicina all’Università Statale di Milano nel 1988 e si è poi specializzato in neurochirurgia. Dal 1997 al 2000 ha lavorato presso il dipartimento di neurochirurgia […]
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