ernia cervicale

    Pubblicato il: 6 Ottobre 2014 Aggiornato il: 6 Ottobre 2014

    DOMANDA

    Mio marito (51 anni) soffriva di forti dolori a spalle, collo e schiena, accusava spesso mal di testa e formicolii alle mani, dopo vari esami e consulti nel maggio 2005 si è sottoposto ad intervento chirurgico “approccio anteriore al rachide cervicale, discectomia microchirurgica C6-C7”. A luglio dello sorso anno i sintomi si sono ripresentati in forma lieve e una risonanza magnetica ha evidenziato quanto segue: “quadro variato e peggiorato rispetto a risonanza eseguita nel 2005. In particolare, in corrispondenza dei dischi C2-C6, sono presenti osteofiti marginali che improntano lo spazio subaracnoideo anteriore in sede mediana. In C2-C3 e C3-C4 concomitano piccole ernie discali molli, rispettivamente mediana e paramediana dx. La osteofitosi C5-C6, che è la più voluminosa, si estende sino alla sede preforaminale, bilateralmente ma in particolare a dx. Inapprezzabile il disco C6-C7, in esiti di discectomia anamnesticamente segnalata. Il midollo spinale non presenta tuttora alterazioni del segnale compatibili con sofferenza tissutale”. Consigliato da medico si è sottoposto ad una serie di sedute di fisioterapia che non hanno assolutamente migliorato la situazione, anzi ora i dolori si sono acutizzati e sono iniziati anche i formicolii alle mani. Dovrà di nuovo sottoporsi ad intervento? Non ci sono soluzioni alternative che possono alleviare il dolore e risolvere il problema dell’ernia senza ricorrere all’intervento? Inoltre, si può fare prevenzione?
    Grazie Cristina

    RISPOSTA

    Gentilissima Cristina, da quanto descritto sul referto della RMN sembra che il problema principale di suo marito possa essere correlato con un importante quadro artrosico del rachide cervicale,
    In particolare gli osteofiti presenti possono comportarsi come un’ernia, con la differenza che non possono regredire. Ritengo che la cinesiterapia non possa risolvere il problema anche se ovviamente il paziente andrebbe visitato e valutato clinicamente.
    Potrebbero essere d’aiuto farmaci che riducono il dolore conseguente all’irritazione delle fibre nervose (dolore neuropatico) quali pregabalin o gabapentin ed eventualmente cicli di terapie fisiche come tens, ultrasuoni e tecarterapia (se non controindicate).
    Cordiali saluti.
    Dott. Gianluca Concardi

    Gianluca Concardi

    Gianluca Concardi

    SPECIALISTA IN MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE. Nato a Lodi nel 1970, si è laureato in medicina nel 1997 all’Università degli Studi di Milano e specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione nel 2007 presso lo stesso ateneo. È responsabile dell’Ambulatorio Osteoporosi (centro affiliato SIOMMMS)  presso l’Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica dell’Ospedale San Paolo di Milano ed è […]
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