Esaurimento nervoso da lavoro

    Pubblicato il: 21 Novembre 2017 Aggiornato il: 21 Novembre 2017

    DOMANDA

    Salve vorrei chiedere a quale medico posso rivolgermi. Sto vivendo una situazione di stress , incomprensioni al lavoro, continue incolpazioni, insulti, straordinari non pagati da parte del datore di lavoro e dai colleghi. Non dormo più la notte, sono sempre agitata , nervosa , solo il pensiero di andare al lavoro mi accelera il cuore. Non so più che fare. Non vorrei licenziarmi, per il semplice fatto che a me sembra che il mio lavoro lo svolgo bene , ma il comportamento dei titoli sembra che mi voglia spingere verso le dimissioni . Attendo un suo consiglio.Grazie

    RISPOSTA

    Il quadro che la lavoratrice descrive sembra un esempio di violenza morale sul luogo di lavoro, che viene indicata con il nome di “mobbing” o di bullismo. Si tratta, in verità, di un reato penalmente perseguibile, ma è sempre necessario, prima di pensare ad intraprendere una azione legale, cercare tutte le possibilità di soluzione di una situazione che ha già prodotto danni per la salute, come testimoniano i disturbi del sonno e lo stato d’ansia. Il consiglio che mi sento di dare in questi casi è di cercare il sostegno di almeno qualcuno dei colleghi, anche per verificare se le situazioni vissute in modo così negativo sono tali anche per gli altri. Se c’è almeno un collega che conferma il trattamento ingiusto da parte dei superiori, occorre chiedergli di essere accompagnati ad un colloquio di chiarificazione. A seconda dei casi, può essere utile la presenza del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di un delegato sindacale. Comunque è sempre bene evitare il colloquio riservato con il dirigente, per la grande possibilità di essere fraintesi. Nel colloquio occorre essere calmi ma decisi a ottenere rispetto; sono da evitare in modo assoluto le contrapposizioni e le prese di posizione assolute, ma occorre cercare di risolvere e fluidificare una situazione difficile. L’ipotesi di dimissioni diventa concreta solo se si riscontra una decisa volontà di metterla in difficoltà sul lavoro.

    La pratica legale per il riconoscimento del mobbing è lunga e presenta le incertezze tipiche di ogni procedimento giudiziario. In primo luogo occorre raccogliere una documentazione testimoniale che servirà in dibattimento. Ci si deve poi sottoporre ad accertamenti medico legali e psichiatrici per evidenziare il danno subito. Sono tutte cose che impegnano psicologicamente e possono aumentare la sofferenza in chi già è in difficoltà, quindi è una strada da intraprendere solo se tutte le altre ipotesi sono impercorribili.

    Nicola Magnavita

    Nicola Magnavita

    Dirigente medico di medicina del lavoro presso il Policlinico Gemelli, docente di medicina del lavoro all’Università Cattolica di Roma. Nato nel 1953, si è laureato in medicina nel 1977 e si è specializzato in medicina del lavoro nel 1980. È autore di oltre 500 articoli scientifici, su riviste nazionali e internazionali, e di 10 libri. […]
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