Esistono rimedi contro la cachessia neoplastica?

    DOMANDA

    Buongiorno dottore, volevo porle alcune domande sulla cachessia neoplasica che avvienne in particolare nei pazienti con tumori al pancreas. Volevo chiederle, se è possibile evitarla completamente con adeguato supporto nutrizionale e farmacologico, anche quando il tumore è avanzato. Se la chemioterapia può aumentare lo stato cachettico, ed il ruolo degli oppiacei, in quanto ho sentito e letto pareri discordanti, in quanto potrebbero bloccare la minzione del paziente oncologico con conseguente blocco renale, ma allo stesso tempo, diminuire la dispnea, presente nella cachessia e fase terminale.
    grazie
    Roberto

    RISPOSTA

    Gent.le Roberto,
    la cachessia neoplastica lungi dall’essere una sola perdita di peso è una condizione complessa composta da numerosi eventi fisici e metabolici: aumento del dispendio energetico, riduzione della massa muscolare, alterazione dell’equilibrio ossidoriduttivo, calo ponderale , degradazione della componente proteica fino alla produzione di cataboliti tossici ed altro. La prevenzione o quanto meno il trattamento proprio perchè siamo in un campo determinato da fattori che molto dipendono dalle peculiarità del singolo non riconosce un protocollo standard ma deve essere attuato sulla base di parametrizzazioni personalizzate. In linea di massima comunque , si tratta di adottare provvedimenti nutrizionali tendenti a cercare di ripristinare o almeno arrestare o rallentare il più possibile il calo ponderale introducendo alimenti selezionati o pratiche di alimentazione enterale o parenterale, provvedimenti farmacologici , tendenti a ridurre lo stato infiammatorio di base e quindi a correggere il disequilibrio ossido riduttivo, ed ad identificare il supporto più adeguato, ed un provvedimento di sostegno psicologico. L’utilizzazione di oppiacei od oppiodi ancorchè di non semplice gestione può essere richiesta in fase di terapia palliativa del dolore ma ha come Lei ha sottolineato alcune controindicazioni che possono limitarne l’impiego.
    In ogni caso data la delicatezza dell’argomento e la necessità di ritagliare un trattamento personalizzato ad ogni singolo paziente il mio consiglio è quello di rivolgersi al proprio Oncologo che dopo accurata valutazione saprà certamente impostare il trattamento più adeguato.
    Cordialità

    Michele Rubbini

    Michele Rubbini

    TUMORI DELL’APPARATO DIGERENTE. Professore associato di chirurgia generale all’Università di Ferrara. Nato a Ferrara nel 1953, si è laureato all’università della stessa città e si è specializzato in chirurgia generale. Dal 1997 al 2007 è stato direttore dell’unità di chirurgia generale dell’ospedale di Stato della Repubblica di San Marino. Oggi dirige l’unità operativa di chirurgia […]
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