Esposizione Amianto

    Pubblicato il: 9 Maggio 2018 Aggiornato il: 9 Maggio 2018

    DOMANDA

    Salve Dottore,vorrei porle delle domande riguardante il problema amianto.
    Qualche anno fa sono venuto a contatto con questa sostanza installando un canale in un impianto industriale con il tetto in eternit.
    Durante la lavorazione ho dovuto praticare una quindicina di fori(nelle laste in eternit) per installare i supporti del canale(senza mascherina).
    Il lavoro e’ durato 3-4 ore all’aperto.
    Inoltre mi e’ capitato di ritrovare dei frammenti dello stesso materiale nei calcinacci il mio lavoro da muratore(e’ capitato 2-3 volte)
    Ora le mie domande sono le seguenti:
    1-Quanto rischio ho di sviluppare un mesotelioma?
    2-E’ vero che l’amianto viene espulso piano piano dai polmoni e che l’amianto “bianco” e’ meno pericoloso degli anfiboli?
    3-Dovro’ fare degli accertamenti?(il mio dottore ha detto che non sviluppero’ mai tale tumore da queste esposizioni).
    La ringrazio per la pazienza e la saluto.

    RISPOSTA

    L’amianto è una delle sostanze chimiche che sono riconosciute cancerogene per l’uomo. Questo fatto naturalmente impegna tutti, lavoratori, datori di lavoro e società nel suo insieme, alla più attenta prevenzione del rischio. Da molti anni gli usi dispersivi dell’amianto non sono più consentiti e le operazioni come quella che lei ha fatto, perforare un materiale di cemento-amianto, non si fanno più. Anche la rimozione del materiale amiantifero deve essere fatto utilizzando particolari precauzioni, come maschere di terzo livello, tute, occhiali ecc. Questo è giusto ed è quanto prevede la legge. Ciò nondimeno, l’amianto è tuttora presente in molti manufatti edili. Nella demolizione o ristrutturazione di vecchie costruzioni i lavoratori edili sono esposti a fibre di amianto che si liberano da pareti, coperture, pavimenti, tubature e cassoni, tramezzi isolanti ecc. Si tratta di una esposizione della quale generalmente essi sono inconsapevoli e verso la quale non sono protetti. L’amianto si deposita nelle vie aeree di questi lavoratori e produce un ispessimento localizzato delle pleure. Molti anni fa ho osservato che un numeroso gruppo di edili ricoverati  nel Reparto di Medicina del Lavoro del Gemelli per ragioni diverse dall’amianto, avevano tutti placche pleuriche. Quelle persone non sapevano di essere stati esposti e non erano assicurati con l’Inail per il rischio amianto. Fortunatamente, non sempre le placche pleuriche si trasformano in mesotelioma; il cancro è un evento complesso, che dipende da vari fattori individuali e ambientali e non solo dall’esposizione professionale. L’amianto, tra l’altro, è ormai diffuso nell’aria anche degli ambienti non industriali e tutti lo respiriamo, in piccole quantità, specialmente nelle città inquinate.

    Quindi, nel suo caso personale, le cose da spere sono:1) l’esposizione che lei descrive, di breve durata, all’aperto, non è stata probabilmente particolarmente nociva; 2) potrebbe darsi che lei sia stato esposto a fibre di amianto senza saperlo, nel demolire o ristrutturare vecchi edifici; 3) lei, come tutti noi, respira ogni giorno qualche fibra di amianto, perché le vecchie coperture di amianto o i vecchi manufatti deteriorati spolverano, quindi lei, come me e come tutti quelli che vivono in una città in cui il 70% delle coperture è in amianto, ha certamente un po’ di amianto nei polmoni; 4) il mesotelioma dipende non solo dalla presenza di amianto, ma dalla predisposizione genetica a sviluppare questo tumore, dall’età (ci vogliono più di 30 anni perché una cellula pleurica diventi mesotelioma) e dalle altre esposizioni a cancerogeni, in particolare dal fumo di sigaretta. E’ bene ricordare che il fumo aumenta molto il rischio di carcinoma polmonare da amianto. Se un lavoratore esposto ad amianto fuma, il suo rischio di morire di cancro è nove volte più alto di quello di un operaio che non fuma. Quindi i consigli: fare una vita sana, adottare sempre le misure di prevenzione nel lavoro, cercare di vivere bene la vita perché è breve e il destino non è nelle nostre mani.

    Nicola Magnavita

    Nicola Magnavita

    Dirigente medico di medicina del lavoro presso il Policlinico Gemelli, docente di medicina del lavoro all’Università Cattolica di Roma. Nato nel 1953, si è laureato in medicina nel 1977 e si è specializzato in medicina del lavoro nel 1980. È autore di oltre 500 articoli scientifici, su riviste nazionali e internazionali, e di 10 libri. […]
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