DOMANDA
Gent.mo Prof. Olivieri, nel mese di giugno al condominio di mia madre è stata rotta a picconate una canna fumaria di eternit della lunghezza di 7-8 metri che si trovava sulla tettoia del locale caldaia sita a pochi metri dal balcone della cucina di mia madre. I detriti sono stati lasciati sulla tettoia del locale caldaia per qualche giorno, ed il giorno successivo è stata una giornata molto ventosa. Sul balcone mia madre ha diverse piante di basilico (anche se prima di mangiarlo lo lava) e il giorno del lavoro aveva i panni stesi e probabilmente le finestre aperte. Dopo il lavoro gli operai portavano i detriti nel locale caldaia in dei sacchi di juta, probabilmente inquinando anche l’androne del palazzo, dove sono rimasti due mesi. Ho una figlia di otto anni che sta tutti i giorni da mia madre, che spesso gioca su quel balcone e che passa nell’androne, volevo chiederle a che rischi può andare incontro. Nonostante sono passati 4 mesi dai fatti ancora ho il terrore di andare da mia madre poichè penso che sia tutto contaminato (casa,portone,androne) e quando vado a riprendere mia figlia lavo i vestiti in quanto penso che mi si siano attaccate fibre di amianto. Le chiedo un aiuto poiché ho questo pensiero che mi tormenta giorno e notte. In un suo consulto lei dice che è ampiamente dimostrato che le conseguenze dell’amianto si verificano soltanto dopo prolungate esposizioni. Mi può dire per favore come è stato dimostrato e che intende lei per prolungate (giorni, mesi, anni).
RISPOSTA
Confermo che l’esposizione all’amianto deve essere intensa e prolungata (per mesi o anni) prima di essere dannosa. Inoltre, sono necessari molti anni dall’esposizione prima di osservare questi danni: ne consegue che persone anziane esposte oggi (per mesi o anni) non faranno in tempo ad ammalarsi di tumore pleuro-polmonare. Questi dati derivano da qualificati studi clinici ed epidemiologici nazionali ed internazionali condotti negli anni e successivamente confermati.