DOMANDA
Gentilissimo Professore, ho 72 a. e,da alcuni anni,ho una FAP circa una volta l’anno (l’ultima si è verificata nell’aprile 2017), sempre di notte e in posizione supina (mai di giorno).Il mio cardiologo mi ha detto di praticare la terapia prevista per il problema (Pradaxa 150 mg 2xdì +Almarytm 100 mg. 1/2 cpr 2xdì). Ho avuto modo di farmi visitare da un amico cardiochirurgo il quale,dopo un accuratissimo ecocardio,mi ha rilasciato questo referto:buon compenso cardiovascolare.Continuare con la terapia praticata.Considerata la vita attiva che il paziente svolge,gli è stata proposta la chiusura percutanea dell’auricola sx per svincolarlo dall’uso degli anticoagulanti orali.La sua conclusione mi convince in quanto sono sicurissimo che il problema si presenti per problemi digestivi (acidità, aria nello stomaco) mai indagati. Faccio presente che, per 4 volte,la FAP si è risolta al PS immediatamente dopo avere eruttato. Infatti l’amico mi ha detto di fare una gastroscopia e rifare la ricerca dell’helycobacter, che si era rilevato 2 anni fa ed eradicato con la terapia antibiotica. Non mi piacerebbe avere a vita questa spada di Damocle sulla testa per eventuali tagli,cadute,rischi di emorragie,anche se non
così severa come con coumadin. Potrebbe, cortesemente, darmi il suo parere al riguardo? In tale attesa, cordiali saluti.
RISPOSTA
Non chiuderei l’auricola e manterrei la terapia anticoagulante.
La chiusura dell’auricola (intervento invasivo), a mio avviso, non incontra indicazioni nella situazione da lei descritta.
Cordialità.