fibrillazione atriale (2)

    DOMANDA

    Buongiorno Dottore, La ringrazio per la Sua risposta, nella quale mi spiegava che in un caso come il mio,(Le rammento ho 38 anni e da 5 soffro di fibrillaz. atr.paross.), in cui i farmaci riescono ad evitare i miei episodi di fibrillazione, è preferibile evitare l’ablazione. Questo è per me molto rassicurante in quanto ho il terrore di farmi operare, ma un dubbio permane: prendere ben 4 pastiglie al giorno (2 di almarythm + 1 di verapamil + 1 di coaprovel) a lungo andare, potrebbe procurarmi danni irreversibili altrove (es. al fegato)? ed inoltre, Lei mi scrive che l’ablazione da’ un 5,9% di rischio di complicanze severe… quali? sono molto confuso, parlando con diversi medici, tutti sembrano avere “opinioni” discordanti anzichè tesi scientifiche certe alle quali appoggiarmi serenamente, minimizzando di gran lunga il fattore ‘rischio’. Aspetto con ansia un Suo chiarimento e mi scuso per la mia insistenza che deriva purtroppo dalla mia costante apprensione per questo mio problema

    RISPOSTA

    Caro sig Beppone,

    i farmaci non sono da prendere per tutta la vita in quanto c’ è da aspettarsi che escano nuovi ritrovati nel tempo. I farmaci di cui si sta parlando per Lei non danno danni irreversibili al fegato ed in alcun organo.

    Il 5.9% di effetti avversi si riferiscea : morte, ictus per embolia cerebrale, fistola atrio esofagea(mortale ma non subito),stenosi residua delle vene polmonari, tamponamento cardiaco per emopericardio, insorgenza di tachicardie atriali ad alta frequenza che richiedono nuova ablazione. La materia fibrillazione atriale è fluida . Questa è la ragione delle opinioni diverse dove il buon senso applicato alle condizioni cliniche del singolo paziente puo’ fare la differenza.

    Alessandro Capucci

    Alessandro Capucci

    Professore ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università Politecnica delle Marche di Ancona. Nato a Faenza (Ravenna) nel 1948, si è laureato in medicina all’Università di Bologna nel 1973, dove si è specializzato in medicina interna e medicina dello sport. All’Università di Ferrara si è poi specializzato in malattie cardiovascolari. È professore ordinario di malattie dell’apparato […]
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