DOMANDA
Sono un uomo di 83 anni, nel passato ho avuto 6 episodi di F.A. trattati con cardioversione elettrica. Attualmente la F.A. è divenuta cronica.
Chiedo se si può applicare un pacemaker per la F.A. e se
no, perché. Penso che sarebbe molto importante ripristinare il ritmo sinusale e mantenerlo, per una maggiore sopravvivenza. Grazie.
RISPOSTA
L’esito di una fibrillazione atriale recidivante è la sua cronicizzazione con necessità di assunzione della terapia anticoagulante e controllo della frequenza cardiaca. Il pacemaker è indicato solo se i valori di frequenza cardiaca scendono al di sotto di 40 min o se compaiono pause prolungate del battito cardiaco o sintomi legati alla bassa frequenza. Il mantenimento del ritmo sinusale è un obiettivo desiderabile ma se il rimodellamento della struttura e proprietà elettriche dell’atrio non lo consentono, ostinarsi ad ottenerlo potrebbe generare più problemi dell’aritmia.
Purtroppo i processi degenerativi della muscolatura atriale non sono influenzabili e possono costituire dopo la VII decade la principale determinante dell’aritmia e della sua refrattarietà. Alcuni Aritmologi non escludono dalla possibilità di ablazione dell’aritmia in soggetti di età superiore a 80 aa ma i dati sono controversi ed i benefici nel lungo termine in questa fascia di età ancora da dimostrare, in particolare quando le dimensioni dell’atrio sono notevolmente aumentate.