DOMANDA
Buongiorno sono il papà di una bambina di sei anni. Purtroppo mia moglie ed io ci siamo separati tre anni fa, e diciamo che con la bambina il rapporto è stato ottimo fino a meno di un mese fa, da quando dimostra apertamente la volontà di non venire a dormire da me e passare un intero week end insieme.
Faccio un minimo di cronostoria al fine di spiegare al meglio la situazione. Da circa un anno ho una compagna, che frequenta la bambina tranquillamente. E devo dire che anche la bambina ha preso bene questa nuova persona. La prende per mano, va tranquillamente con lei anche senza di me, ecc. Circa tre settimane fa avevo la bambina a cena, ed essendo sabato l’ho riportata a casa un po’ più tardi del solito. Nel momento in cui si stava entrando in casa, la madre ha pronunciato una frase con tono abbastanza scocciato manifestando il suo disappunto sull’ora tarda in cui l’ho riaccompagnata. Da quel momento la bambina non è più voluta uscire a mangiare una semplice pizza con me, anzi nel momento in cui la madre le annunciava l’uscita con me, mia figlia si metteva a piangere dicendo che non voleva venire. Sono riuscito a portare fuori mia figlia dicendole di andare a mangiare una pizza, ma eravamo solo io e la bimba (in assenza della madre). Era contenta, ma nell’arco della serata, finito di mangiare, ha manifestato la volontà di andare a casa per non fare troppo tardi.
Ieri sera l’ho chiamata al telefono per dirle che Sabato l’avrei presa e portata ad una festa di Halloween, ma mi sono sentito rispondere di no che preferiva stare a casa con la mamma. Allora le ho chiesto per Domenica, e mi ha detto che sarebbe venuta con me. (una bambina di sei anni distingue Sabato e Domenica? oppure era un modo per dare un contentino al papà??)
Inolte sempre durante la telefonata suddetta, mentre stavo per buttare giù ho sentito che mia figlia diceva alla madre: “hai visto mamma che gli ho detto che preferisco stare con te”. Tendo a sottolineare che il tono della bambina comunque era tranquillissimo, cosa che mi ha confermato anche la madre subito dopo.
A questo punto non so cosa fare, come comportarmi… Possibile che ci siano degli atteggiamenti, dei comportamenti da parte della madre che inibiscano quelli di mia figlia a tal punto di non voler venire con me per paura di non dare dispiacere alla mamma?
Spero di aver spiegato al meglio la situazione…
Grazie per l’attenzione, attendo una sua risposta.
RISPOSTA
Caro papà,
è possibile, sì. La situazione che lei mi riferisce a proposito di sua figlia è purtroppo molto frequente e tutto a svantaggio dei bambini che non sono più in grado di muoversi liberamente, poiché temono di far soffrire un genitore, nel suo caso la mamma. Quella sera, e forse non soltanto quella sera, sua figlia ha sentito (non solo con le orecchie) che la madre era urtata e dispiaciuta del fatto che aveste fatto tardi e perciò si è messa immediatamente nella condizione di compiacere il desiderio della madre e di non farla ‘soffrire’. Non è escluso che dietro quel fare tardi possano poi esserci altri contenuti… Quando si hanno i genitori separati, il bambino viene spesso a trovarsi nella condizione di sentirsi diviso tra i bisogni e i desideri di paà e mamma, entrambi per lui indispensabili figure di attaccamento. Se i grandi non sanno tenere presente in modo adeguato qesta condizione del figlio, possono crearsi per lui sofferenze anche importanti: nel tentativo di risparmiare dispiacere all’uno o all’altro, non riesce a seguire il proprio bisogno ed il proprio desiderio. Tenga anche conto che ogni essere umano, da quando è piccolissimo, è dotato di particolari neuroni, detti neuroni specchio, i quali funzionano come delle vere e proprie antenne capaci di cogliere ogni intenzione ed ogni stato d’animo delle figure di riferimento. Perciò ogni figlio sente perfettamente quello che un genitore sente al di là di quel che il genitore dice o vorrebbe far credere. A questo punto, cosa fare? Non saprei quanto è possibile il dialogo con la mamma della bimba, al fine di trovare un accordo per evitare quanto già si sta verificando: questa sarebbe di certo la soluzione ottimale. Dal canto suo, quello che lei può fare è di innanzitutto non pressare troppo la bambina con domande o interrogatori su quanto la mamma le dice, pensa o vorrebbe che lei facesse; cerchi per ora di riaccompagnare sua figlia in orario a casa, in modo da non farla sentire a disagio nei confronti della mamma; se deve prenderla, non chieda se vuole o no stare con lei (non la metta in condizione di dovere decidere), ma le dica che, anche se capisce e sente che magari non avrebbe voglia (in realtà non è così, ma è semplicemente in conflitto), comunque a lei va di averla con sé e quindi starete insieme anche “con il broncio”: poi passerà. Questa operazione di rispecchiamento verso sua figlia circa quello che sente ricordi che è fondamentale per non farla sentire sola con i suoi vissuti. Consideri pure che, più sua figlia si trova bene con la sua nuova compagna, più potrebbe provare sensi di colpa verso la mamma e perciò ogni tanto cerca di barcamenarsi in un difficile gioco di eqilibri. Occorre molta pazienza, ma anche costanza. Senza mai mollare, ma rispettando i tempi di assestamento di sua figlia. Con pazienza e fermezza. Vedrà che, se dall’altra parte la bambina non viene utilizzata contro l’ex partner, piano piano le cose dovrebbero prendere il verso giusto. Se così non fosse, sarebbe tutta un’altra storia, che richiederebbe un altro tipo di lettura e un altro tipo di intervento. Mi auguro che, con questi piccoli suggerimenti, lei possa procedere serenamente nel rapporto con sua figlia.
Se vuole, mi faccia sapere. Un saluto. Rosanna Schiralli