Frattura scomposta piatto tibiale

    DOMANDA

    Buongiorno egregio Dottore, Le scrivo perché vorrei porLe alcuni quesiti. Non Le vorrei rubare troppo tempo, quindi in seguito ruassumo.

    Ho avuto un incidente d’auto nell’Ottobre del 2015 con frattura scomposta del piatto tibiale. Fui operato dopo 2 giorni alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno, e dopo 4 mesi di immobolizzazione l’esito dell’operazione fu devastante. Mi avevano “sistemato male l’osso fratturato” e mi avevano applicato un fissatore esterno messo male…Fui rioperato alla Clinica del Sole a Caserta. Qui dovettero rirompere l’osso fratturato, “sistemarlo bene, e rimettere un fissatore messo per bene questa volta. Altri 4 mesi di immobilizzazione. Nel frattempo in questi 8 mesi si sono formate varie aderenze sottocutanee, muscolari ed ossee per via del primo fissatore applicato male sul muscolo della coscia. Sono stati operato di nuovo il 30 Giugno per rimuovere il secondo fissatore e togliere tutte le aderenze in “artrolisi”.
    Subito dopo l’operazione (andata bene) il Dottore mi diede kinetec, da fare a casa per 1 mese a 90 gradi, per far si che il ginocchio non si bloccasse di nuovo. Però facendo questa Kinetec subito a 90 gradi ho avuto una lacerazione della ferita (avevo 50 punti che partivano dalla coscia fin sotto il ginocchio) che mi furono applicati dopo l’operazione di atrolisi per togliere le aderenze, con successiva apertura della ferita, ed infezione. Afl momento la mia situazione è: Ferita ancora aperta che il medico mi cura ogni giorno disinfettandola, pulendola in attesa che si chiuda del tutto.
    Ovviamente i punti non li ho più e faccio antobiotici la sera (punture intramuscolo). l0infezione è quasi del tutto debellata, ma devo attendere la chiusura completa della ferita per poter fare un po’ di fisioterapia. Nel frattempo sto facendo solo un po di kinetec a casa la sera a 50 gradi massimo 60 gradi per 20 minuti, giusto per muovere un po’ l’articolazione inde evitare che si blocchi di nuovo.

    Le volevo chiedere:

    1) Dopo tutto quello che ho passato (sono 10 mesi che sto così), adesso posso procedere piano piano senza forzare la ferita e l’articolazione aspettando che si chiuda per bene?

    2) Sto facendo kinetec massimo a 60 gradi, cammino piegando un po’ il ginocchio sempre con le stampelle però, è corretto o devo forzare?

    3) Ho il terrore che si riformino le aderenze proseguendo in questo modo, ma non posso forzare per via della ferita ancora aperta, e non vorrei essere rioperato, come devo fare? Ho sofferto troppo in questi mesi, sia fisicamente che moralmente. La kinetec a 90 gradi fatta da subito dopo l’operazione di sblocco mi faceva avvertire dolori insopportabili, ma il medico diceva che era necessario e quindi io l’ho fatta finchè poi non si è lacerato tutto con l’apertura della ferita e conseguente “smantellamento” dei 50 punti metallici di sutura. Posso continuare in questo modo, considerando il livello di dolore percepito come un campanello di allrme del mio corpo o devo sforzare? Io non vorrei ne sforzare più ne soffrire più…..?

    4) Secondo Lei, espertissimo in materia, riprenderò la normale funzionalità della mia gamba, come una volta, almeno se non al 100 % all’80 %? C’è qualcos’altro che possa fare per avere risultati migliori senza soffrire troppo?

    5) Posso sperare in un ricovero presso di voi per un parere ed un’eventuale fisioterapia per riprendere funzionalità al ginocchio?

    Dottore La prego mi aiuti, ho sofferto tanto e non vorrei continuare questo calvario ancora per molto.

    La ringrazio anticipatamente per la risposta, so che siamo ad Agosto ma spero vivamente che possa leggere questo messaggio al più presto.

    Attendo una Sua risposta ed eventualmente un Suo parere.

    Grazie mille Dottore, Le auguro buona giornata e spero di ricevere quanto prima una risposta.

    A presto, Giovanni da Caserta.

    RISPOSTA

    Purtroppo la situazione è così complessa che risulta impossibile dare un parere senza vedere la situazione clinica

    Roberto Danchise

    Roberto Danchise

    SPECIALISTA IN CHIRURGIA DEL GINOCCHIO. Primario dell’unità operativa di chirurgia del ginocchio dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano. È nato nel 1946 a Napoli, si è laureato in medicina a Genova e specializzato in ortopedia a Milano. Da trent’anni lavora all’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano. È stato presidente della Società italiana di chirurgia del ginocchio dal […]
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