Gardnerella, ureaplasma e micoplasma

    DOMANDA

    Salve Dottore, sono una ragazza di 24 anni e da circa un anno soffro di vaginosi batterica recidiva. Il sintomo che mi ha spinto ad effettuare il tampone sono state le perdite vaginali bianche/trasparenti maleodoranti tipiche della gardnerella, avvertite principalmente durante i rapporti sessuali con il mio fidanzato. Non ho altri fastidi, solo queste perdite sgradevoli. Inizialmente, la mia ginecologa attraverso visita e senza effettuare tampone, poiché le risultava certa la presenza di gardnerella, mi ha prescritto alcuni ovuli, quali vidermina. Tuttavia, con l’utilizzo di questi ovuli le perdite venivano eliminate per circa una settimana per poi ripresentarsi. Aggiungo che la presenza di queste perdite va a periodi, a volte più presenti altri meno, ma pur sempre continuative. Inoltre, talvolta mi capita di avvertirle anche quotidianamente. Così, a seguito di un tampone effettuato a dicembre, sono risultata positiva a micoplasma hominis ( carica 10.000 chi/ml) nonostante l’esame colturale avesse dato esito alla crescita della normale flora lattobacillare residente. Seguendo l’antibiogramma, la mia ginecologa mi prescrisse il Miraclin 2 volte al giorno per 5 giorni e a seguito polybactum ovuli 3 sere per 3 mesi. Con l’antibiotico le perdite passarono per circa la prima settimana per poi ripresentarsi e con gli ovuli stessa cosa, a distanza di qualche settimana si ripresentava il problema delle perdite durante i rapporti. Così a seguito di qualche mese , data la vaginosi batterica recidiva , la mia ginecologa mi prescrisse il Vagilen da assumere oralmente per una settimana , ma tuttavia dopo una settimana si ripresentarono le stesse perdite. Così dopo qualche mese ho rieffettuato il tampone per verificare se ci fosse ancora la presenza di micoplasma e andando a ricercare inoltre la gardnerella. Risulta così nuovamente positivo per mycoplasma hominis e ureaplasma , questa volta sensibile solo a due antibiotici (josamicina e pristinamicina) e positivo alla gardnerella (carica 100.000 ufc, +++) con la dicitura seguente:
    Riscontrati segni di vaginosi caratterizzata da significativa colonizzazione sostenuta da batteri anaerobi e microaerofili (in prevalenza gardnerella), test del fischy odor positivo, alta percentuale di clue cells, scarsi lattobacilli. Ph 4.5 .
    La mia ginecologa mi ha prescritto una settimana con antibiotico iosalide e ovuli ozogin per 10 giorni, accompagnato da assunzione di fermenti lattici dicoflor elle per un mese. La dottoressa del consultorio invece, mi ha prescritto una miriade di antibiotici tra cui flagyl, zitromax, e candelette vaginali zidoval.
    Sinceramente, vorrei evitare di assumere antibiotici anche perché con la prima terapia antibiotica di miraclin, il micoplasma ha comunque resistito. Vorrei un parere da parte sua e se possibile un consiglio su una terapia più naturale (se possibile, ovviamente) che potrei assumere.

    La ringrazio e mi scuso per la lunghezza del quesito.
    Una buona giornata

    RISPOSTA

    La vaginosi batterica, come è stato più volte ribadito su questo sito, consiste in un’alterazione della normale flora batterica vaginale (lattobacilli) a favore di altri microrganismi, quali ad esempio Gardnerella, Ureaplasmi e Micoplasmi. Perciò, niente di nuovo sotto il sole. E le sue manifestazioni sono assolutamente in linea con il disturbo iniziale, ovvero lo squilibrio dell’ecosistema vaginale, che solo è stato ulteriormente peggiorato dai numerosi, quanto inutili, cicli di terapia eseguiti finora. Come si è più volte detto, l’unico apporto adeguato in questi casi è rappresentato dalla somministrazione di flora lattobacillare per via locale, eventualmente insieme ad altri presidi atti a regolarizzare l’acidità vaginale. Il tutto per MESI, perché il riequilibrio della flora vaginale richiede molto, molto tempo. E non certo antibiotici.