Gli IPP possono aumentare il rischio di demenza nella donna ?

    DOMANDA

    Gent.mo Dr. Franceschi,
    sono una signora di 65 anni , in terapia con Telmisartan – Nebivololo per lieve ipertensione ed Omega 3.
    Avendo un obesità di I grado, sindrome metabolica e pre diabete, il cardiologo curante mi ha prescritto acidoacetilsalicilico 75 mg dopo pranzo, anche a giorni alterni può andare bene.
    Ho preso visione di un articolo, dove gli anziani che assumono inibitori di pompa protonica, hanno un rischio nettamente più elevato, rispetto a chi non li prende, di sviluppare i segni progressivi della demenza.
    Dubbi sul fatto che ci fosse una certa relazione tra l’uso di questi prodotti e il declino cognitivo erano già emersi negli anni passati, ma un lavoro, pubblicato su JAMA Neurology nell’aprile del 2016, riporta una ricerca effettuata su un elevatissimo numero di persone.

    Le chiedo cortesemente se:
    – è vero che IPP aumentano il rischio di demenza ?
    – l’ antiaggregante è corretto prenderlo a giorni alterni e protegge da ictus ed infarti ?
    – la melatonina sembra prevenire malattie degenerative, è vero secondo il Suo autorevole parere ?

    La ringrazio

    RISPOSTA

    Esistono dati epidemiologici che l’uso prolungato (ma quanto?) di IPP possa aumentare MOLTO MODESTAMENTE il rischio di demenza, forse attraverso un aumento di secrezione di beta-amiloide che è la proteina patogenetica della malattia di Alzheimer. La cosa migliore è usare gli IPP solo quando sono strettamente indicati dalla sperimentazione clinica.

    A questo proposito, l’uso di aspirina (anche a dosi minime ogni 2-3 giorni)  è attualmente indicato SOLO nella prevenzione secondaria dell’ictus e dell’infarto miocardico e non in quella primaria. Nel suo caso le raccomanderei di dimagrire rispettando  una dieta equilibrata, di mantenere una attività fisica quotidiana, di curarsi bene l’ipertensione  arteriosa.  Mi sembra che giustamente si mantenga già molto aggiornata ed intellettualmente stimolata!

    Non credo che ci siano dati sulla prevenzione delle malattie neurodegenerative con la melatonina

    Massimo Franceschi

    Massimo Franceschi

    SPECIALISTA IN ALZHEIMER E DEMENZE. Primario neurologo presso l’unità funzionale di neurologia dell’ospedale MultiMedica di Castellanza (Varese). Nato nel 1949 a Genova si è laureato in medicina nel 1973 per poi specializzarsi in neurologia nel 1977 e in psichiatria nel 1981. Autore di oltre cento lavori scientifici e di tre libri su temi di neurologia, […]
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