DOMANDA
sei anni fa, mio suocero, all’età di 53 anni, è stato operato al cervello per un tumore chiamato glioblastoma di IV grado e sembra che l’intervento sia andato bene. il tumore si è riformato ed è stato operato nuovamente due mesi fa. trascorse poco o meno due settimane, si è formato un liquido, ed è stata introdotta una valvola; ora si è riformato il tumore. mi chiedo:cosa si può fare? un terzo intervento o della terapia, quale può essere la decisione più saggia da seguire, ovviamente per il bene di mio suocero. aspetto una Vs risposta. grazie cordiali saluti.
RISPOSTA
c’è da stupirsi per una sì lunga sopravvivenza (6 anni !) trattandosi di un glioblastoma (gbl). Generalmente la maggior parte di questi pazienti sopravvive un anno o poco più. Cosa le debbo dire, gentile signora o signore ?, Ora il tumore è ricresciuto, com’era ovvio. Un’indicazione operatoria in questa fase dipende da moilti fattori, sopratutto da dove è situata la massa principale (purtroppo, trattandosi di gbl, il tumore non è solo quello che i mezzi tecnici -CT, RM,- fanno vedere: Bisogna tener conto che cellule tumorale sono sparse un pò dappertutto nell’encefalo e così un reintervento è un esercizio, in moltissimi casi, inutile). Anche una terapia radiante ha poco significato e qualche volta i suoi effetti (di radionecrosi) ammazzano il paziente ancora prima che lo faccia il tumore stesso. Idem per la chremioterapia. Occorre rendersi conto (da parte del paziente e dei familiari) che ci sono dei limiti a quello che la (attuale) scienza può fare e che è necessario così serenamente accettare ciò che il destino ci ha riservato. In alcuni casi, e questo mi sembra quello di suo suocero, qualunque terapia si configura come accanimento. Personalmente, o per un familiare, o per un amico, se costretto in una situazione del genere, darei solo del Cortisone, sino alla fine. Bene per tutto quello che il paziente ha fatto sinora, interventi chirurgici di ablazione e derivazioni liquorali, ma da ora i vantaggi ottenibili da qualsivoglia terapia possono coniderarsi inesistenti. Così lasciate fare alla natura, con la coscienza di avere fatto tutto il possibile.