Glomerulonefrite di Berger

    DOMANDA

    Buona sera Dott.Limido,la contatto per avere un consulto da lei. Ho mio padre di anni 55 a cui gli hanno riscontrato tramite Biopsia renale la Glomerulonefrite di Berger.Lui è iperteso e ha un ipertrofia prostatica benigna che tiene sempre sotto controllo ed è in cura con Avodart 0,5 mg e Urorec da 8 mg.Per diversi anni ha preso il Losaprex 50 mg per l’Ipertensione e da circa un anno il medico di base gli ha cambiato la terapia sostituendola con il Blopress da 16 mg in quanto secondo lui la terapia di prima non era piu’ efficace.A giugno ha fatto questa Biopsia perchè facendo gli esami del sangue e la raccolta della Proteinuria delle 24/h è risultato che aveva quasi 5 g di Proteine nelle urine e allora un Nefrologo dove si è rivolto mio padre gli ha proposto di fare questa Biopsia.Da giugno ha rifatto i controlli esami urine e Proteinuria e i valori sono scesi a 2 g per quanto riguarda le proteinuria e c’è sempre un po di ematuria e inoltre la funzionalita’ renale è sempre stata nella norma.Allora la cosa che le chiedo è questa.Secondo il nefrologo dell’Ospedale di Chieti dove ha fatto la Biopsia,mio padre dovrebbe fare una cura con il cortisone mentre il Nefrologo del mio paese è contrario e quindi da giugno non ha eseguito nessuna terapia tranne che il controllo periodico della Pressione Arteriosa e degli esami delle urine,ma la situazione è sempre uguale.la Proteinuria non scende e rimane sempre tra i 2 e 3 g.Aspetto una sua risposta.Cordiali saluti.Lucia

    RISPOSTA

    Gentma sig.ra Lucia, la malattia di Berger (o glomerulonefrite a depositi IgA mesangiali) rappredelle patologie più frequenti nell’ambito della nefrologia e si caratterizza da proteinuria, talora importante (maggiore di 1 g/die), microematuria (presenza di sangue non visibile ma documentato dall’esame delle urine) e nei casi più gravi, soprattutto quando persiste una elevata proteinuria, da insufficienza renale progressiva (attualmente la funzione renale di suo padre è nella norma).
    Per quanto riguarda la terapia i farmaci cardine sono di due tipi:
    – il primo sono i cosiddetti inibitori del sistema renina-angiotensina (ex: Losaprex o Blopress) che sono stati prescritti a suo padre e, oltre a controllare la pressione, tendono a proteggere il rene e a ridurre la proteinuria
    – il secondo sono i corrtisonici: questi farmaci costituiscono una scelta terapeutica più impegnativa per il paziente, poiché possono avere una serie di effetti collaterali. Tuttavia il cortisone ha rappresentato un punto importante nella terapia della nefropatia. E’ stato dimostrato che l’utilizzo di una terapia steroidea per sei mesi consentiva una migliore sopravvivenza della funzione renale e anche la proteinuria si riduceva al di sotto di 1 g/die in circa i 2/3 dei pazienti trattati con corticosteroidi. La riduzione, documentabile già a 6 mesi, è diventata più evidente dopo 1 anno ed è durata nel tempo.
    Per questo penso che la proposta dei colleghi di Chieti sia stata valutata con attenzione: nella mia esperienza, riassumendo, la ritengo indicata in pazienti con proteinuria superiore a 1 g/die perché efficace nel ridurre la proteinuria e la progressione del danno renale.
    Bisogna comunque spiegare che la durata della terapia deve essere di almeno 4-6 mesi e richiede uno stretto controllo medico.
    Un cordiale saluto
    Aurelio Limido

    Aurelio Limido

    Aurelio Limido

    Direttore dell’unità operativa di nefrologia e dialisi dell’ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. Nato nel 1949 a Gallarate (Varese), si è laureato in medicina nel 1974 e si è specializzato in nefrologia medica nel 1979 all’Università di Milano. Componente del Gruppo di approfondimento tecnico della direzione generale Sanità della Regione Lombardia. Coordinatore nazionale del “registro […]
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