DOMANDA
Gentile Dott. Volta,
Dopo numerosi test e visite specialistiche, mi è stata diagnosticata una gluten sensitivity sulla base di sintomi ricorrenti da alcuni anni (stanchezza, insonnia, stipsi, gonfiore e flatulenza, brufoli persistenti, anemia), e del risultato di alcuni test quali IgG positivo ma IgA negativo per anti-gliadin, test genetico con DQ2 presente e DQ8 assente, gastroscopia negativa alla celiachia.
A distanza di 3 mesi dall’inizio della dieta senza glutine e con somministrazione di probiotici (sto anche escludendo latticini e zuccheri), seppure io abbia notato alcuni parziali miglioramenti, continuo ad avere tutti i sintomi descritti sopra. Perciò le chiedo: quanto tempo ci vuole per riscontrare un miglioramento marcato dei sintomi e c’è qualcosa che mi sfugge?
La ringrazio e le porgo cordiali saluti.
RISPOSTA
Gentile Signora,
con il termine gluten sensitivity o sensibilità al glutine non celiaca si indica, come da Lei sottolineato, una sindrome caratterizzata da sintomi intestinali ed extraintestinali scatenati dall’assunzione di glutine in soggetti in cui è stata preventivamente esclusa sia la diagnosi di celiachia che di allergia al grano. La eliminazione del glutine dalla dieta porta ad una risoluzione completa della sintomatologia solo in una parte di questi soggetti dal momento che in molti casi coesistono altre intolleranze alimentari fra cui, per esempio, l’intolleranza al lattosio ed al fruttosio. Lei sta già evitando l’assunzione di latte e zuccheri, ma va tenuto conto anche della frequente coesistenza con una condizione di colon irritabile che impone l’eliminazione dalla dieta di alimenti irritanti per il colon. Se il quadro clinico non si è ancora risolto a distanza di tre mesi dall’inizio della dieta senza glutine, vanno eseguiti ulteriori accertamenti presso un centro specialistico per modificare la prescrizione dietetica.
Umberto Volta
Prof. Umberto Volta
Direttore SSO Celiachia e Sindrome da Malassorbimento
Policlinico S.Orsola-Malpighi
Università di Bologna