DOMANDA
Spettabile professore Pontecorvi, volevo porre ala sua cortese attenzione il seguente quesito. Mia moglie di 49 anni è affetta da gozzo multi nodulare tossico con ipertiroidismo subclinico (TSH pressoché scomparso ed FT3 ed FT4 ancora nella norma), si trova davanti ad un bivio: sottoporsi all’intervento chirurgico(con la rimozione totale della tiroide) oppure alla terapia radiometabolica (utilizzando lo iodio 131), terapia che abbiamo potuto notare come faccia molto discutere (anche in ambienti medici che noi conosciamo) riguardo ad eventuali rischi cancerogeni che potrebbero concretizzarsi, anche dopo anni,in seguito a tale terapia radio metabolica. Per questo ho voluto contattarla, sperando possa gentilmente darmi un suo autorevole parere riguardo a eventuali rischi che comporterebbe tale terapia (e se essa quindi è peggiore o no dell’intervento chirurgico) visto che sul sito web di “Ok Salute e Benessere” viene data la possibilità agli utenti di avere preziosi chiarimenti sull’importante tema della salute e della prevenzione, tema in cui credo rientri a pieno diritto anche il quesito da me posto. Ringraziandola per l’attenzione e in attesa di una sua gentile risposta, le porgo i miei più cordiali saluti.
RISPOSTA
Caro lettore,
il trattamento del gozzo multinodulare tossico si basa sulla terapia chirurgico (tiroidectomia totale) e sul radioiodio (I131).
Entrambi i trattamenti sono utilizzati routinariamente, ma la valutazione che fa decidere tra i due approcci va eseguita sulla base del profilo del singolo paziente.
Numerosi sono i parametri che bisogna valutare: le dimensioni del gozzo, la presenza di noduli sospetti all’ecografia o all’agoaspirato, l’entità dell’ipertiroidismo, la presenza di alte malattie che rendono rischioso l’intervento chirurgico, l’età del paziente.
Ovviamente questa scelta deve essere definita dall’endocrinologo che condiverà con il paziente i rischi del trattmento.
Il rischio di cancerogeno è teorico della terapia con radioiodio, visto il basso dosaggio di I131 che si utilizza convenzionalmente per i trattamenti dell’ipertiroidismo. Pertanto questo trattamento è sicuro.
Cordialmente
Prof. Alfredo Pontecorvi