DOMANDA
Buongiorno dottore,
sono una ragazza di 25 anni. Da circa un anno mi capita di sentire una sensazione di “pelle bollente” o di vampate di calore nonostante sia inverno, accompagnate dalla sensazione di sudare troppo. Le mani e i piedi sono freddissimi ma ho la sensazione di stare bene solo con una finestra aperta e con vestiti leggeri per non sudare. Ho fatto esami alla tiroide e del sangue e sono tutti nella norma. Non ho nemmeno problemi di diabete o malattie particolari. Da circa 2 anni la mia alimentazione é un po cambiata, nel senso che ho seguito diete restrittive (fai da me) pur essendo sottopeso, interrotte da abbuffate o da un’alimentazione scorretta composta da dolci e cioccolata per poi ritornare a mangiare poco. Non ho mai raggiunto comunque un peso preoccupante, il mio BMI minimo é stato di 17. L’ecografia all’addome non ha comunque dato particolari esiti ed é tutto nella norma, solo qualche volta ho una cattiva digetione e dei” rigurgiti” che mi provocano anche dolori al petto e all’addome. Il ciclo mestruale é regolare e non ho particolari malattie. Per questo non capisco questo caldo, contando che ho avuto il problema opposto 5 anni fa in cui d’estate in agosto io congelavo, mentre tutti avevano caldo. Volevo chiederle a cosa puó essere dovuta questa sensazione. Puó essere che ho una temperatura corporea troppo bassa o forse sará solo dovuto a fattori ansiosi?
La ringrazio e la saluto cordialmente.
RISPOSTA
Gentile Sig.na,
la sensazione di “pelle bollente” e la freddolosità o esagerata intolleranza al freddo sono disturbi vaghi e aspecifici. Li si può classificare come disturbi della termoregolazione che quando non hanno un riscontro clinico preciso possono comunque costituire un segnale biologico rilevante anche se non specifico. Ovviamente la valenza della sensazione di calore/freddolosità o alterata termoregolazione è tale quando si tratta di una condizione ripetuta nel tempo, immotivata e non alleviata da adeguato abbigliamento. Tra le cause principali di una difficoltà nell’adattamento verso le temperature ambientali sono: ritmi nutrizionali alterati e una funzione tiroidea non ottimale. Una restrizione alimentare prolungata aumenta il cortisone endogeno (cortisolo), che contribuisce al disturbo determinando una diminuzione della attività ipofisaria e della attività ipotalamica deputate al controllo della termoregolazione. Un ipotiroidismo subclinico ovvero con valori stabili al livello basso della norma coincide con disturbi della termoregolazione (ad esempio una tiroidite non diagnosticata).
Quindi tornando a Lei i consigli sono i seguenti: 1. è molto importante riequilibrare stabilmente la sua nutrizione, con un corretto apporto di carboidrati e fibre (frutta e verdura) e questo credo migliorerà il sintomo di cui soffre; 2. valuti attentamente con il suo specialista la funzione tiroidea e surrenalica per confermare che sia tutto a posto; 3. l’ansia può peggiorare sicuramente il tutto e Le consiglio una buona dose di attività fisica settimanale (30/40 min di attività aerobica anche leggera/quotidiana per 5 giorni la settimana) che contribuirà a “scaricare” le tensioni ansiose.
Cordialmente
prof. Andrea Fabbri