Ibustrin è un farmaco metabolizzato da CYP3A4?

    Pubblicato il: 28 Marzo 2012 Aggiornato il: 28 Marzo 2012

    DOMANDA

    Buongiorno Prof.
    Assumo Ibustrin 200mg(non tollero cardioaspirina e Ticlopidina) per calcificazione modesta ma diffusa (una compressa al giorno).
    Secondo un paio di studi estratti di ciliege svolgerebbero un’ azione antidolorif simile all’aspirina e una funzione di protezione del cuore e dell’apparato cardiocircolatorio. Quindi ho pensato di integrare con il Black Cherry fruit extract. Però mi è sorto il dubbio di una possibile negativa interazione. Interrogativo posto all’Azienda produttrice Usa: “Secondo il Natural Comprehensive Database, che fornisce note interazioni con vari supplementi, il ciliegio selvatico è in grado di inibire gli enzimi CYP3A4.Teoricamente, ciliegio selvatico può aumentare i livelli dei farmaci metabolizzati da CYP3A4…Alcuni farmaci metabolizzati da CYP3A4 comprendono lovastatina(Mevacor), ketoconazolo (Nizoral),itraconazolo,fexofenadina,triazolam,e numerosi altri” L’Azienda conclude:”Se il farmaco è elencato sopra, si potrebbe considerare consultazione con un professionista sanitario per trovare un prodotto alternativo del tutto”.
    Domanda: la mia Ibustrin è tra i farmaci metabolizzati da CYP3A4 e quindi incompatile con l’estratto di ciliegie?
    La ringrazio per la risposta che vorrà darmi.

    RISPOSTA

    Gentile Signore,
    l’indobufene è un vecchio farmaco per il quale non sono disponibili tutte le dettagliate informazioni di farmaco-metabolismo che oggi sono descritte per farmaci di nuova introduzione in terapia. Le notizie reperibili su fonti autorevoli per l’indobufene ne descrivono una prevalente escrezione renale sotto forma di coniugato con l’acido glucuronico; in aggiunta una piccola percentuale è escreta immodificata. Esiste inoltre documentazione sulla importanza della variazione della funzione renale, ad esempio in rapporto con l’età, per la scelta del dosaggio. Queste informazioni suggeriscono un ruolo eventualmente modesto da un punto di vista quantitativo del metabolismo tramite l’isoforma CYP3A4, che pure metabolizza più del 50% dei farmaci in uso. Arrivo quindi alla conclusione di uno scarso significato clinico della possibile interazione tra estratto di ciliegie-indobufene. Tenga però sempre conto che queste interazioni vengono descritte qualitativamente ma assumono valore clinico solo in termini quantitativi, per cui bisogna valutare non solo la quantità del farmaco, ma anche la quantità che lei assume del prodotto naturale, perché a questa quantità corrisponde quella dell’eventuale inibitore enzimatico. Evitare l’abuso è quindi una regola di normale prudenza.
    Cordiali saluti,
    Roberto Fantozzi