Idrope/ ipoacusia

    DOMANDA

    Salve, sono una ragazza di 21 anni. A dicembre (natale) mi è stata diagnosticata un’ipoacusia improvvisa alle basse frequenze risolta in 5 giorni con cortisone orale. Mi erano rimasti degli acufeni fluttuanti che avevo solo la mattina o quando mi sdraiavo, a metà febbraio ho un’acufene molto forte al risveglio che non andava via, successivamente ho avuto una vertigine di breve durata e alla fine di questa l’acufene è diventato una sirena a volumi assurdi per due ore. Mi reco in pronto soccorso dove mi riscontrano ipoacusia di nuovo, mi parlano di idrope e mi fanno cominciare subito la camera iperbarica che non mi ha dato risultati. Mi fanno il test al glicerolo che risulta negativo. Nel frattempo l’acufene diventa un rumore basso e cominciano delle crisi in cui per 3-4 secondi non sento nulla e parte quest’acufene a sirena. Ho cominciato a tenere a bada queste crisi con cortisone e dieta iposodica, che da quando faccio non ho avuto più crisi. Mi hanno fatto 2 intratimpaniche di cortisone dove recuperavo tutto l’udito per 2-3 giorni e poi ritornava l’ipoacusia. Il dottore che mi seguiva in ospedale mi ha definitivamente diagnosticato ipoacusia improvvisa, mentre il mio vecchio dottore una sindrome menieriforme, non mi ha prescritto nulla se non controlli periodici.
    Il mio udito comunque fluttua, lo percepisco personalmente e faccio delle audiometrie con il telefono.
    Ho anche recuperato spontaneamente l’udito sempre per 2-3 giorni e mi sono accorta che era sempre in corrispondenza del ciclio.
    Mesi prima, a causa di caduta dei capelli, il dermatologo mi ha prescritto flutamide per aggiustare gli ormoni e 3-4 settimane dopo aver sospeso il farmaco ho avuto ipoacusia.
    A questo punto potrebbe essere l’idrope legato a un fattore ormonale? A chi potrei rivolgermi?
    Parlo si idrope perchè sono convinta di aver quello visto i miei sintomi e la buona riuscita dell’iposodica.

    RISPOSTA

    Gentile Signora

    non è possibile darle una risposta esauriente senza vedere le curve audiometriche.

    Un accumulo di un liquido dell’orecchio interno, l’endolinfa, è una (ma non l’unica) possibilità da considerare in caso di soglia uditiva fluttuante. Ove confermata la perdita di udito legata ad una patologia dell’orecchio interno, credo che una RMN degli angoli ponto cerebellari per studiare il decorso dell’ottavo nervo cranico, quello che porta il segnale dall’orecchio al cervello, sia consigliabile.

    Cordiali saluti

     

    Roberto Teggi

    Roberto Teggi

    Roberto Teggi

    ESPERTO DI ACUFENI E IPOACUSIA NEUROSENSORIALE. Docente di riabilitazione vestibolare all’università Vita Salute San Raffaele di Milano. Nato a Milano nel 1958, si è laureato all’università di Pavia nel 1983, per poi specializzarsi in otorinolaringoiatria presso l’università di Milano. Dal 1991 lavora all’ospedale San Raffaele di Milano. È anche docente di riabilitazione vestibolare al corso […]
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