DOMANDA
Buongiorno, ho 41 anni e sono alla mia seconda gravidanza, 9 settimana (la precedente si è purtroppo risolta con un aborto interno sempre alla 9 settimana).
Nel 2014 ho eseguito una serie di esami per sottopormi alla procedura di fecondazione assistita; i valori della rosolia erano igg 42,1 (> 15 presenti) igm 8 ( 10 positivo) igm 1,47 (risultato dubbio).
A distanza di una decina di giorni ho ripetuto il test, questa volta in ospedale; risultato: igg 21,40 (> 10 positivo) igm 1,49 (negativo 1,60), metodo utilizzato CMIA, quadro sierologico di dubbia interpretazione; secondo metodo utilizzato (ELFA), igm 0,81 (negativo 1,20) risultato dubbio.
La mia domanda è: è possibile che si verifichi una reinfezione? (la mia ginecologa afferma che non esiste).
Come si possono spiegare due risultati dubbi in presenza di immunità precedentemente accertata?
Il mio bambino corre effettivamente dei rischi?
Grazie
RISPOSTA
Gent. signora,
se già nel 2014 aveva le IgG antirosolia positive, è evidente che era già allora immune. Il titolo molto basso o dubbio di IgM, che, peraltro, non è aumentato nel corso delle settimane, non significa che ha una malattia in fase acuta. L’infezione in fase acuta è caratterizzata da un titolo alto di IgM con un risultato chiaramente positivo.
Concludendo, penso che lei sia, già da tempo, immune verso la rosolia.
La saluto e la invito a ricontattarmi per altri dubbi
nicvola abrescia