DOMANDA
VORREI AVERE INFORMAZIONI CIRCA L’UTILITA’ NELLA SOMMINISTRAZIONE DI IMMUNOSTIMOLANTI IN UN BAMBINO DI 4 ANNI CHE OGNI ANNO FREQUENTANDO L’ASILO PUNTUALMEENTE PRENDE A SEGUITO DEL CONTATTO CON ALTRI BAMBINI FEBBRE, VOMITO, RAFFREDDORE OTITI ECC, QUALCHE PEDIATRA DI BASE MI CONSIGLIAVA L’UTILIZZO DI AXIL 400 PER 4 MESI, OPPURE DI STIMUNEX GOCCE IN BASE AL PRESO CORPOREO, MENTRE QUALCHE ALTRO HALIBORANGE COMPRRESSE. VORREI AVERE UN VOSTRO PARERE AL RIGUARDO E QUALI DEGLI IMMUNOSTIMULANTI LEI MI CONSIGLIA. GRAZIE
RISPOSTA
Gentile genitore, i risultati ottenuti con gli immunostimolanti sono tuttora piuttosto controversi, per cui mi è difficile darle una risposta esaustiva. Devo aggiungere che i tre prodotti che lei cita hanno caratteristiche (e verosimilmente funzioni) totalmente diverse tra loro, per cui una comparazione tra i tre è sicuramente impossibile. Il primo che lei cita, infatti, è una molecola farmacologicamente attiva, il pidotimod, che dovrebbe agire su uno dei due tipi principali di immunità specifica, quella cellulo-mediata; la sua efficacia è abbastanza dimostrata in alcuni studi, ma non lo è in altri. il secondo, invece, è un parafarmaco i cui effetti di immunostimolazione sarebbero dovuti a tutti e tre i suoi componenti (beta-glucano, estratto di sambuco e zinco); di questi, per lo zinco ad esempio è nota la sua importanza per la corretta funzionalità del sistema immunitario, soprattutto nel senso che in caso di deficit aumenta la facilità di infezioni. Il terzo, infine, è un preparato vitaminico che contine prevalentemente vit. A e vit. D, con l’aggiunta di una minima quantità di vit. C. Soprattutto per la vit. D è noto oggi che i suoi effetti non si limitano a quelli – importantissimi! – sulle ossa ed il metabolismo del calcio, ma si estendono al miglioramento delle capacità e funzioni cognitive e di svolgimento di compiti, e ad effetti positivi sul sitema immunitario; sul ruolo della vit. C (peraltro ad alti dosaggi, sicuramente superiori a quelli lì presenti) invece permangono forti dubbi. Detto ciò, non mi pronuncio sull’opportunità di utilizzare uno dei primi due preparati, o entrambi, mentre sarei sicuramente d’accordo sulla somministrazione di un qualche preparato a base di vit. D durante la stagione fredda, a dosaggio corretto (600 UI o 15 mcg) ma soprattutto per favorire la corretta apposizione del calcio nelle ossa: d’abitudine, io lo consiglio a tutti i soggetti in età pediatrica e fino almeno ai 20-25 anni, per favorire il corretto raggiungimento del cosiddetto “picco di massa ossea”. Se poi questa integrazione invernale avrà un qualche effetto positivo anche sulla resistenza alle infezioni, ben venga! Mi permetto però di segnalarle che, a 4 anni, fino anche a 6-8 episodi febbrili in un invernata sono ancora da considerare pressoché normali, e non dovrebbero far immediatamente pensare ad un deficit immunitario. Inoltre, la miglior difesa dalle infezioni resta sempre la prevenzione, che passa per varie strade. La principale è sicuramente quella delle vaccinazioni: dunque vaccinazione antinfluenzale annuale, e vaccinazione anti-pneumococco se ancora suo figlio non l’ha fatta; utilissime anche quelle antimeningococciche con vaccini coniugati, che offrono protezione verso tutti i ceppi noti per causare meningite: A, C, W135, Y e, separatamente, B. L’altra strada di prevenzione è rappresentata da una corretta convalescenza, dopo un episodio infettivo: rimandare – come spesso si fa – un bambino a scuola dopo 1-2 giorni dallo sfebbramento non è una soluzione ottimale, dal momento che il suo sistema immunitario è ancora in una condizione di relativa fragilità rispetto allo sforzo appena fatto. Gli antibiotici aiutano sì a combattere le infezioni batteriche riducendo i tempi di malattia, ma ciò non toglie validità alla pratica antica di una convalescenza per tempi adeguati, l’unica che può aiutare il bambino a scendere di nuovo in campo essendo in piene forze. Un cordiale saluto, Prof. Andrea Vania, Pediatra Nutrizionista