infez oculari e contagio per via vaginale

    Pubblicato il: 28 Marzo 2011 Aggiornato il: 28 Marzo 2011

    DOMANDA

    Buongiorno!

    da un paio di anni soffro di una non ben diagnosticata infezione (subacuta) alle palbebre che ciclicamente (non frequentemente) coinvolge anche la congiuntiva con spurgo di pus.Ho fatto decine di terapie! con i piu’ vari antibiotici visitata da illustri primari di ospedale (nulla di risolto. si tratta di una lieve infiammaz dei bordi palpebrali che al mattino e’ piu’ intensa e va risolvendosi dopo il risveglio. Ho trovato sollievo pulendo bene i margini palpebrali con salviette disinfettanti e lacrime di acido ialur/sol fisiol.Da qualche giorno mi e’ venuta una terribile candidosi in gravidanza (sono quasi a meta’ gravidanza)cerco di non grattare per il prurito ma di notte mi accorgo di farlo inconsciamente..Volevo sapere – nell’ipotesi in cui avessi una infezione batterica oculare – se i ceppi oculari sono trasmissibili per contatto vaginale … (ivi compresa la clamidia oculare) o si tratta di tuttaltro tipo di germi/virus/batteri…

    Grazie per la cortese risposta!!

    RISPOSTA

    Bisogna tranquillizzare questa gentile mammina in attesa, ma non bisogna sottovalutare o misconoscere la possibilità di una trasmissione di patologia infettiva vaginale al momento del passaggio del feto nel canale del parto (per via naturale: altro discorso vale – ovviamente – per il cesareo).

    Era purtroppo grave in passato la infezione oculare da gonococco: ‘ophtalmia neonatorum’ con esito in cicatrice corneale invalidante, oggi scomparsa grazie alla ‘profilassi alla Credé’, inizialmente praticata con antisettici (nel 1880, nitrato di argento 1 -2%) ed oggi con antibiotici in collirio, al momento del parto. In ogni caso, la preparazione vaginale al parto consente oggi di minimizzare il rischio di contagio; contagio che avviene perchè nel passaggio le palpebre vengono sollecitate dalla parete vaginale e possono così raccogliere eventuali secrezioni ivi presenti. Un sospetto, una anamnesi positiva per pregresse infezioni, magari cronicizzate e non completamente dominate, devono essere fatti presente all’Ostetrico di fiducia che saprà consigliare le giuste procedure.

    Una parola ancora, però, sulla Chlamydia trachomatis. E’ un parassita obbligato intracellulare, perchè incapace di sintetizzare da solo tutti i componenti necessari alle sue varie forme di esistenza; il nome richiama la ‘clamis’, il ‘mantello’ che è un capside di cui si riveste quando si trasforma – in ambiente deficitario per l’ospite, ma a lui favorevole – da ‘corpo elementare’ infettante, molto piccolo (circa 300 micron) a ‘corpo reticolare’ (600 micron) intracellulare, che sostiene il ciclo replicativo. Insensibile agli antibiotici beta-lattamici, entra in equilibrio con l’ospite e mantiene a lungo situazioni di infezione subclinica, tipicamente una uretrite. Parliamo della Chlamydia trachomatis, la cui localizzazione oculare è causa di cecità di milioni di abitanti del terzo mondo in condizioni disagiate di nutrizione, igiene, assistenza. L’infezione oculare, generalmente trasmessa da mosche, causa una congiuntivite macropapillare cronica con inversione del margine palpebrale (entropion) causa di sfregamento delle ciglia sulla cornea, abrasione dell’epitelio corneale, sovrainfezione anche da germi comuni, ascesso corneale, cecità. L’OMS ha previsto per il terzo mondo il programma SAFE (Surgery, Antibiotics, Facial cleanliness, Environmental improvement: Chirurgia, Antibiotici [Tetraciclina, Azitromicina], Pulizia del Viso e Igiene dell’ambiente) che ha dato grandi risultati. Ma nel nostro mondo l’identificazione del batterio (famiglia Chlamydiaceae) richiede maggior attenzione e tecniche più sofisticate: è subdola, si nasconde nella cellula, non è raggiunta dall’antibiotico non selettivo, non dà che basse risposte anticorpali; bisogna ricorrere ad un esame in PCR (Polymerase Chain Reaction) per identificare il DNA su un prelievo corretto, cioè che raccolga cellule mucose (della vagina, dell’uretra, della congiuntiva dell’occhio, a seconda della sede della manifestazione) con un accurato scraping locale. Se il prelievo non è ben eseguito, il materiale non ben raccolto, l’esame non condotto con i metodi di alta sensibilità, il risultato falso negativo è falsamente tranquillizzante. L’infezione da Chlamydia è una delle cause di infertilità [e questo, per fortuna, NON è certamente il suo caso!] anche maschile, come esito in una prostatite cronica.

    Quanto alla Candida, ha tutto il tempo per una corretta eradicazione locale pre-parto: ma questo non lo chieda all’Oculista, si faccia tranquillizzare con fiducia dal suo Ostetrico.

    prof. Gallenga