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    DOMANDA

    Gentile dottore,
    le pongo le seguenti domande:
    1) il virus dell’epatite c quanto vive fuori dal corpo umano: poche ore, o 72 ore oppure 7 giorni?
    2) quali rischi di contagio corro con le mie mani che presentano spacchetti sanguinanti causa freddo e lavori domestici,nella vita quotidiana se incontro persona malata di epatite c (maniglie, interruttori, corrimano) con lo stesso mio problema alle mani?

    RISPOSTA

    Cara lettrice, è’ difficile stabilire con precisione per quanto tempo l’HCV possa vivere al di fuori del corpo umano. Si suppone che possa sopravvivere a temperatura ambiente e sulle superfici per almeno 16 ore, ma comunque per non più di 4 giorni.
    L’epatite C di solito si diffonde attraverso il contatto diretto con il sangue di una persona malata. Può anche essere trasmesso tramite aghi usati per tatuaggi o body piercing, punture accidentali con aghi infetti (es. personale sanitario) . Questo virus può essere trasmesso anche attraverso il sesso (si calcola una probabilità del 5% circa) e la condivisione dei rasoi e di spazzolini da denti, anche se questi eventi sono rari. Molte volte, la causa di epatite C non viene individuata.
    Ribadisco, dunque, che l’epatite C non può essere diffusa se una persona non ha contatto diretto con sangue infetto. Ciò significa che una persona che ha l’epatite C non può trasmettere il virus ad altri attraverso un contatto casuale, come starnuti, tosse, strette di mano, abbracci, baci, condivisione di posate e bicchieri, nuotare in piscina, uso di servizi igienici pubblici o toccando le maniglie delle porte. Il contagio intrafamiliare è molto raro. In termini di facilità di contagio possiamo fare una scala che inizia con la maggiore facilità di contagio: 1) virus dell’epatite B 2) virus dell’epatite C 3) virus HIV.
    cordialmente
    nicola abrescia

    Nicola Abrescia

    Nicola Abrescia

    Direttore della struttura complessa di malattie infettive e Aids donne dell’ospedale Cotugno di Napoli. Nato a Salerno nel 1947, si è laureato in medicina nel 1974 e si è specializzato in malattie infettive nel 1977. È docente di clinica delle malattie infettive alla facoltà di medicina dell’Università Federico II di Napoli.
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