INTERAZIONI TRA TERAPIE ONCOLOGICHE E CIRROSI

    Pubblicato il: 19 Marzo 2012 Aggiornato il: 19 Marzo 2012

    DOMANDA

    Buon giorno,
    le scrivo a nome di mia madre che da più di trent’anni soffre di una cirrosi biliare (seguita da un gastroenterologo).
    Nel febbraio 2011 ha subito un’ escissione Q 1-2 associata a biopsia linfonodo sentinella per un carcinoma mucinoso.
    In seguito è stata trattata con IPAM e attualemte assume giornalmente dell’ Arimidex (1 mg die).
    Le ultime analisi hanno dimostrato sempre il danno epatico con una gammaGT 180, WBC 3,82 HCT 34,9 MCH 26,3 MCHC 30,7 PIASTRINE 127 RDW SD 51,9 RDWCV 16,6 LINFOCITI 1,29(tutti gli altri valori sono nella norma).
    Mia madre, da quando pratica questa terapia è sempre molto stanca, pallida e si lamenta di non sentirsi in forma.
    Al controllo annuale hanno detto che tutto va bene, non hanno dato peso a questi sintomi ed hanno confermato la terapia con Arimidex.
    Le chiedo se ci può essere interazione tra il farmaco ed i suoi problemi epatici; se occorre modificare la terapia o introdurre qualche farmaco di sostegno.
    Per la cirrosi prende solo Ursobil.
    Grazie.

    RISPOSTA

    Buongiorno,

    Ogni trattamento prescritto a scopo adiuvante (cioe’ per ridurre il rischio di recidiva nel tempo) dopo un intervento chirurgico per carcinoma mammario, deve tenere in considerazione tre fattori:
    1) Il rischio di recidiva. Molto grossolanamente tanto maggiore e’ il rischio, tanto maggiore e’ il beneficio
    2) Il beneficio atteso dal farmaco in termini di riduzione relativa e assoluta di tale rischio.
    3) Gli effetti collaterali. Questi possono essere attesi piu’ o meno frequenti o inattesi e soggettivi.
    Pertanto, come considerazione generale, ricordo che nulla puo’ sostituire una completa ed esaustiva discussione con il suo oncologo di riferimento legata a tutti e tre questi aspetti nell’indicazione ad un trattamento adiuvante.
    Tornando invece al suo quesito specifico relativo ad una possibile interazione tra cirrosi biliare e trattamento con anastrozolo, non vi e’ di principio una controindicazione.
    Comunque va considerato che la cirrosi biliare primitiva puo’ causare osteoporosi che e’ anche uno dei più frequenti e significativi effetti collaterali associato ad anastrozolo. Inoltre, anastozolo puo’ determinare un’alterazione dell’assetto lipidico che potrebbe essere gia’ presente nel caso di alterata funzionalita’ epatica. In ultimo, recettori degli estrogeni sono presenti anche a livello delle cellule dei totti biliari, benche’ non ne e’ del tutto stata chiarita la rilevanza clinica.
    In conclusione le consiglio di tenere monitorate mineralometria ossea ed assetto lipidico, nonche’ di far valutare l’attuale funzionalita’ epatica dal suo gastroenterologo. Qualora lui ritenesse che da quando la paziente ha cominciato il trattamento con anastrozolo vi sia stato un peggioramento inatteso e altrimenti inspiegabile in termini di normale evoluzione e andamento della malattia biliare, le consiglio di anticipare la visita di rivalutazione con i colleghi oncologi per ridiscutere l’indicazione al trattamento.
    Cordiali saluti
    Dr Luca Gianni