intervento di cardiochirurgia su paziente anziano

    DOMANDA

    Gentile dottore,la contatto perchè avrei bisogno di un suo parere:mio zio di 82 anni a breve sarà sottoposto a un intervento di cardiochirurgia valvolare (gli è stata diagnosticata stenosi aortica associata a un problema coronarico).Tutto è nato perchè un mese fa ha avuto un leggero infarto(che però non ha causato lesioni importanti).Inizialmente si sospettava avesse “l’aorta porcellana” e quindi venne ritenuto inoperabile,ma da ulteriori accertamenti pare che il problema non sia così evidente..non le nego che non sono contenta di questo intervento perchè ho avuto una brutta esperienza con il mio caro papà che tre anni fa subì un intervento analogo (che SCELSE di fare e che quindi non era necessario) e che purtroppo, dopo 5 mesi di terapia intensiva andò male.Credo che lei capisca quindi qual è il motivo della mia diffidenza..anche perchè mio padre aveva la stessa età che ha ora sua fratello. Mi dicono che se non si operasse le prospettive di vita sarebbero pari a 2 anni o anche meno, ma io mi chiedo:con tutti i rischi che prevede un’operazione simile (x non parlare del decorso post operatorio)è il caso secondo lei di intervenire chirurgicamente su un uomo di 82 anni per fargli guadagnare 1 anno di vita?Ho come la sensazione che l’ospedale abbia dei vantaggi in casi come questi,ho paura che qualcuno voglia “esercitarsi” su di lui,pensando magari che una lezione di cardiochirurgia valga di + di ciò che gli rimane da vivere.Ho tanti dubbi e poca fiducia dottore..GRAZIE

    RISPOSTA

    Gentile Signora,
    dalle sue informazioni non si rilevano alcuni dati che sono fondamentali per una possibile valutazione del rischio chirurgico. Ovviamente l’età rappresenta un fattore di rischio anche se negli ultimi anni è possibile sottoporre ad intervento cardiochirurgico anche pazienti ultraottantenni con buoni risultati anche in termini di qualità della vita. Nel caso specifico sarebbe utile verificare il grado di stenosi valvolare, il grado di ipertrofia del ventricolo sinistro nonché la funzione ventricolare e quante coronarie sono interessate dalla patologie ischemica ed ovviamente se coesistono altri fattori di rischio quali insufficienza renale, malattie respiratorie ecc. Solo dopo questo tipo di accurata valutazione si possono stabilire le percentuali di rischio cui potrebbe andare incontro il paziente. Tutte queste analisi sono oggi possibili grazie ad apposite tabelle che tutti i Centri di Chirurgia cardiovascolare utilizzano e di cui devono essere resi partecipi sia i pazienti che i familiari. La eventuale presenza della cosiddetta “aorta a porcellana” rappresenta ovviamente, non dico una controindicazione assoluta, ma senz’altro un elemento di notevole rischio per la sostituzione valvolare aortica per cui è necessaria anche una accurata valutazione dell’aorta ascendente e dell’arco aortico mediante esame ecografico e soprattutto TAC con e senza mezzo di contrasto (l’assenza del mezzo di contrasto permette di verificare la presenza di calcificazioni vascolari)
    Cordiali saluti

    Pasquale Mastroroberto

    Pasquale Mastroroberto

    ESPERTO IN PATOLOGIE DELL’AORTA. Professore associato di chirurgia cardiaca all’Università Magna Graecia di Catanzaro. Nato a Matera nel 1959, si è laureato presso l’Università Federico II di Napoli e si è specializzato in chirurgia toracica all’Università di Catanzaro. Dal 2008 è responsabile del centro universitario per lo studio e la terapia delle patologie dell’aorta all’Università […]
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