Ipermetropia elevata con nistagmo, amvliopia e retinoschsi

    Pubblicato il: 23 Marzo 2018 Aggiornato il: 23 Marzo 2018

    DOMANDA

    Buon pomeriggio dottor limoli.
    Sono un adulto di 33 anni affetto da ipermetropia elevata, nistagmo e retinoschsi (probabilmente x linked). Il diffetto mi è stato diagnosticato all’età di 21 mesi.
    Il campanello di allarme che ha fatto pensare ai miei genitori che avessi problemi è il fatto che in seguito ad una febbre si sono resi conto che il mio occhio sinistro era deviato. Tale occhio oltre che essere deviato è anche un occhio ambliopico (occhio pigro) in effetti si è usato bendare (occludere) l’occhio supersiste in modo di far lavorare l’occhio ambliopico, tale tecnica sembrava stesse funzionando, ma purtroppo verso i tre anni tale occhio é andato in nistagmo ( movimento involontario a scosse del bulbo oculare), in quel periodo ho fatto diversi controlli persino dal neurologo, ma non si è mai capito da cosa fosse dovuto, l’unica cosa certa è che tale nistagmo si è ridotto notevolmente fino quasi a scomparire, come si é ridotto lo strabismo. Inoltre in quel periodo esaminando la retina avevano visto che avevo il nervo pallido, e avevano pensato che avessi atrofia al nervo ottico, per tale ragione e poiché ero un bamvino irrequieto che non collaborava avevano deciso di farmi una visita oculistica in anestesia totale, e avevano visto che non c’era niente di cui preoccuparsi, ma la papilla pallida era dovuta al fatto che ero biondo. Le devo dire che nelle visite successive nessuno mi ha più detto che avevo la papilla pallida. Inoltre si é usato, somministrarmi le gocce di atropina per dilatare le pupille e paralizzare l’accomodazione dell’occhio destro in modo da far lavorare l’occhio sinistro, ma questo trattamento mi rendeva molto irrequieto perché l’atropina è il cicloplegico per eccellenza e quindi mi rendeva molto irrequieto. Nel corso degli anni ho fatto progressi della visione e ho migliorato, in quanto quando ero bamvino che il nistagmo era più accentuato il mio visus corretto era di circa 4,5/10 all’occhio destro e 1/10 all’occhio sinistro, durante la crescita ho migliorato fino a raggiungere il visus attuale di circa 8,9/10all’occhio destro e 2,3/10 all’occhio sinistro, per quanto riguarda la retinoschisi, mi è stata diagnosticata più di 10 anni fa, e in quel periodo mi sono accorto di vedere dei puntini neri vaganti, quindi mi è stata diagnosticata la retinoschisi con i corpi mobili, nel corso degli anni talesintomo èrimasto immutato, di recente ho fatto una visita oculistica da dottor Paolo arpa (primario dell’ospedale San Gerardo di Monza), andato recentemente in pensione. È proprio lui chemi ha parlato di retinoschisi x linked, e l’ha diagnosticata con l’oct. Dottor Arpa mi ha detto che si interviene per il distacco di retina ma non per la retinoschisi, ma io ho letto che in certi casi si interviene anche per la retinoschisi. Le dico che in famiglia c’è la predisposizione al diabete, in effetti una mia zia è deceduta perché non si curava e negli ultimi anni aveva anche la retinopatia diabetica e in effetti aveva ottenuto la pensione di non vedente, ma i miei genitori non sono diabetici . I miei genitori hanno il glaucoma, ma con la terapia sono compensati e non hanno avuto cali visivi apparte la fisiologica presbiopia. Benché io non sono ipovedente perché ho un lavoro stabile da ingegnere elettrico e ho la patente di guida normale, però siccome sono a conoscenza del fatto che lei è responsabile del centro studi ipovisione di Milano e che ha risolto problemi a persone che sembrava che avessero perso definitivamente la vista, vorrei sapere da lei se c’è la possibilità di intervenire anche per la retinoschisi e se è possibile fare anche delle stimolazioni per potenziare la mia visione soprattutto nell’occhio ambliopico e magari portare l’occhio destro a vedere 10/10 perfettamente. Lascio a lei la parola per darmi eventuali consigli o soluzioni
    Nel ringraziarla per la gentile cortesia e attenzione colgo l’occasione per porre distinti saluti.

    RISPOSTA

    Buongiorno. In effetti è raro che si operi la retinoschisi. Le stimolazioni e la riabilitazione visiva possono essere utili a potenziare la visione. Il monitoraggio è altamente consigliato.

     

    Paolo Limoli

    Paolo Limoli

    Oculista, è responsabile scientifico del Centro Studi Ipovisione di Milano dove vengono segue da decenni pazienti affetti da degenerazioni complesse della neuro-retina, come maculopatie, glaucomi, atrofie ottiche, retinopatie ereditarie. Nel Centro vengono sviluppate le principali linee di ricerca nel campo della riabilitazione visiva quali creazione di test di lettura, metodologia di valutazione dei parametri di […]
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