DOMANDA
Buongiorno,
sono un ragazzo di 30 anni, laureato, sportivo, non fumatore, non sovrappeso, che in passato non ha mai avuto manifestazioni di pressione alta.
Nell’ultimo anno ho cominciato ad accusare sempre più una situazione di stress sul lavoro (lavoro come impiegato bancario, come sportellista).
Ho cominciato ad avvertire senso profondo di stanchezza, cefalee, insonnia sino ad arrivare a forti giramenti di testa. Soprattutto questi ultimi mi condizionano pesantemente in quanto da 1 anno a questa parte per recarmi sul luogo di lavoro devo percorrere quotidianamente 120km in auto, senza possibilità di utilizzare i mezzi pubblici che non raggiungono la mia destinazione.
Su indicazione del medico di base ho consultato un cardiologo, il quale, escludendo un’ipertensione secondaria, ha diagnosticato una “ipertensione arteriosa di tipo labile diastolica, condizionante sindrome vertiginosa”. Mi ha prescritto Valpression 40mg 1/c al giorno, consigliandomi di ridurre lo stress, abbinando una dieta iposodica e ipocalorica.
Ho fatto presente svariate volte all’Ufficio del Personale la mia situazione e le mie condizioni di salute, chiedendo un avvicinamento a casa quantomeno per ridurre lo stress ed evitare i rischi collegati agli episodi sempre più frequenti di vertigini.
Ho sempre ottenuto risposte negative e anzi settimana scorsa sono stato notiziato di essere stato trasferito ancora più distante per esigenze aziendali.
Posso rivolgermi al medico del lavoro? che risposte otterro’?
RISPOSTA
Numerosi eventi della vita pongono l’organismo sotto tensione e lo costringono a mettere in atto specifici comportamenti per superarne gli effetti e mantenere uno stato di benessere. Le malattie da stress si verificano quando le risorse dell’organismo sono superate e la tensione ambientale continua. E’ dimostrato che una tensione eccessiva o prolungata può causare danni sul piano biologico, psicologico, sociale e fisico; tra questi, l’ipertensione e più in generale numerose malattie cardiovascolari. E’ quindi appropriato che il cardiologo, non trovando altre cause che possano spiegare nel suo caso uno stato di ipertensione labile, abbia consigliato di ridurre lo stress. Tuttavia credo che il consiglio del medico debba essere inteso in un senso più ampio di quello da lei proposto. Difatti lei ha selezionato, tra i mille possibili fattori di stress lavorativo ed extralavorativo, solo la guida di un autoveicolo per recarsi al lavoro. Ha trascurato invece altri fattori di rischio lavorativo (l’attività di sportello può risultare stressante) e tutti i fattori di stress che originano da problemi della vita. Non ha preso in considerazione neppure l’idea di aumentare le sue personali risorse anti-stress, ad esempio tramite tecniche di rilassamento, miglioramento delle relazioni, riorganizzazione del proprio ruolo sociale. Nel focalizzarsi su un unico fattore di rischio (la distanza del luogo di lavoro da casa) non ha ottenuto alcuna soddisfazione e si è anzi impegnato in ulteriori sterili tensioni con l’Ufficio del Personale. Dubito che, con queste premesse, l’esecuzione di una visita a richiesta da parte del medico competente possa risultare utile. In ogni caso, infatti, il medico competente non può disporre un cambio di destinazione lavorativa, ma potrebbe solo limitare o escludere la sua idoneità al lavoro, peggiorando quindi la sua situazione. Le consiglio di riflettere attentamente e con serenità sui possibili fattori di tensione nella sua vita e di formulare un piano per riportare sotto controllo tutti gli aspetti che è suo potere modificare. Non è affatto certo che in questo modo l’ipertensione scompaia. ma in ogni caso, avrà una vita più serena.