Ipoacusia neurosensoriale e acufeni

    Pubblicato il: 4 Marzo 2019 Aggiornato il: 5 Marzo 2019

    DOMANDA

    Salve, sono una ragazza di 20 anni e la mattina di natale mi sono svegliata con le orecchie chiuse e anche il giorno seguente. Il 29 dicembre ho cominciato a sentire un acufene all’orecchio sinistro, il 2 gennaio mi dicono che ho un’ipoacusia neurosensoriale alle basse e medie frequenze con una perdita a 60 db. Faccio una cura con betelan 2 mg al dì e prisma, recupero l’udito nel giro di 5 giorni e l’acufene si stabilizza a un fischio circa a 4000 hz che si presentava solo la mattina o da sdraiata, abbastanza gestibile, tuttavia accuso ovattamento e le seguenti audiometrie sono le stesse ( solo un calo a 30 db sulle 200-500 hz) così il dottore mi propone la camera iperbarica per provare a risolvere e continuavo a prendere cortisone a dosi minime. Qualche giorno dopo accuso un acufene diverso, dal tono più grave ma sporadico. Circa tre settimane fa mi sveglio con l’Acufene grave molto forte e mi si presenta una vertigine alla fine della quale l’acufene aumenta del doppio, perciò mi dirigo in ospedale. Lì un otorino mi dice che la mia ipoacusia è fluttuante perchè non era possibile per lui avere un recupero in 5 giorni con cortisone via orale e perchè lì mi hanno fatto un’altra audiometria che risulta esser uguale a quella del 2 gennaio, ovvero perdita fino a 2000 hz a 60 db, quindi ero tornata al punto di partenza. Mi fanno cominciare subito la camera iperbarica e faccio due audiometrie alle prime due sedute registrando piccoli miglioramenti, alla terza audiometria a distanza di 3 giorni si riverifica un calo dell’udito. Mi fanno il test per vedere la presenza di idrope ma risulta negativo e mi fanno fare un secondo ciclo di iperbarica che ho cominciato ieri. Il dottore mi ha proposto le infiltrazioni intratimpaniche di cortisone da fare a fine ciclio di iperbarica. Adesso il mio acufene è sempre dal tono grave ( fluttua dai 200 a 800 hz) che però è molto fluttuante, ci sono giorni in cui il pomeriggio è molto basso e giorni in cui lo porto dalla mattina alla sera. Questa situazioni mi sta rovinando la vita in quanto mi porta anche crisi d’ansia infatti il medico curante mi ha dato il valium.
    Nessun dottore mi da spiegazioni valide e non so perchè il mio acufene è cambiato, so che gli acufeni sono ostici ma vorrei almeno tornare ad averlo come prima. Inoltre l’ovattamento è più frequente e avverto come una specie di pressione nell’orecchio e spesso è anche dolorante.

    Un’altra cosa, circa 10 giorni dopo la scoperta dell’ipoacusia avverto un acufene anche all’orecchio sano, come se fosse un suono elettronico e a volte è una specie di cantilena a volume molto basso, spesso non me ne accorgevo, ma adesso è più frequente e si è alzato un pó di intensità.
    Cosa potrei fare? Sono passati quasi due mesi, le punture di cortisone potrebbero essere efficaci?

    Ho fatto abr, risonanza magnetica alle rocche petrose e ecodoppler, tutti negativi.

    RISPOSTA

    Gentile Signora

    spesso solo il poter seguire nel tempo il paziente consente una diagnosi conclusiva.

    In base a quanto racconta non escluderei una forma idropica.

    Relativamente all’acufene, come avrà forse letto in miei precedenti interventi su OK salute, sappiamo che si produce lungo le vie acustiche a seguito di una diminuzione di udito, ma l’attenzione che ci prestiamo o l’ansia che genera gioca un ruolo rilevante nel suo mantenimento

    Entrambi gli aspetti devono essere considerati.

    Come intuibile, un buon recupero funzionale dell’orecchio avrebbe come prevedibile conseguenza la riduzione consistente dell’acufene con buone probabilità. Ove non ottenibile questo, metodiche di arricchimento sonoro genericamente chiamate TRT possono essere utili nel ridurlo consistentemente. Come dicevo prima, l’ansia che la situazione le genera deve essere considerata e trattata.

     

    Cordiali saluti

     

    Roberto Teggi

    Roberto Teggi

    Roberto Teggi

    ESPERTO DI ACUFENI E IPOACUSIA NEUROSENSORIALE. Docente di riabilitazione vestibolare all’università Vita Salute San Raffaele di Milano. Nato a Milano nel 1958, si è laureato all’università di Pavia nel 1983, per poi specializzarsi in otorinolaringoiatria presso l’università di Milano. Dal 1991 lavora all’ospedale San Raffaele di Milano. È anche docente di riabilitazione vestibolare al corso […]
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