DOMANDA
Buongiorno dottore. Ho 48 anni e quasi 5 anni fa sono stata operata per un carcinoma al seno. Dopo radioterapia sono in menopausa indotta (decapeptyl mensile) e fino allo scorso settembre, tamoxifene. Da ottobre, l’oncologa ha cambiato il tamoxifene con il letrozolo in seguito alla comparsa di polipi uterini e aumento rilevante dello spessore endometriale (rimossi ad ottobre con isteroscopia operativa in sedazione x stenosi canale cervicale). Inoltre nell’utero sono presenti alcuni fibromi ( nel 1998 ho subito una miomectomia per rimuovere un fibroma piuttosto grande 9 cm ca.). La mia donanda e’ questa: vista e considerata la mia eta’ e il fatto che ho un figlio e non nd farei cmq piu’, sono in menopausa (che mi e’ costata parecchia fatica, anche psicologica, oltre che dolori alle ossa e aumento di pressione) e’ davvero inaudito prendere in considerazione l’ipotesi di fare una isterectomia e togliere anche le ovaie visto che cmq continuo sd avere dolori simil mestruali e da ultima eco l’utero risulta ingrossato e fibromatoso? Grazie x l’eventuale, gentile risposta.
Caterina
RISPOSTA
Buongiorno,
a desiderio di prole cessato e con la storia che descrive, la rimozione dell’utero non è affatto una idea folle; come medici dobbiamo sempre mediare tra una tipologia di paziente che desidera il più possibile la conservazione del viscere uterino ed un’altra che – molto pragmaticamente – vorrebbe risolvere con un singolo gesto chirurgico più problemi. Una operazione ha sempre un certo tasso , in genere basso, di possibili complicanze. D’altro canto si libererebbe del pensiero di possibili altre localizzazioni tumorali, della crescita dei fibromi, dell’ispessimento endometrio, e via dicendo. Sull’utero sarei più che d’accordo. Discorso diverso sono le ovaie, se – e solo se – il programma dei colleghi oncologi è quello di sospendere l’analogo del GnRh e farla tornare a mestruare. Allora gioverebbe della protezione sull’osso e sul versante cardiovascolare che ha la signora “fertile”, con le ovaie ritornate in attività. Rimuoverle viceversa abbatterebbe in massima parte il rischio di tumore ovarico, ma la menopausa poi diventa irreversibile. Oggi diverse pazienti desiderano effettuare lo studio di alcune mutazioni genetiche che predispongono a certi tumori: a volte puo’ aiutare nelle scelte di cui sopra. Ne discuta con i colleghi oncologi, un cordiale saluto