K polmonare con metastasi cerebrale

    DOMANDA

    Salve Dottore.
    Le scrivo per mio padre, di 73 anni, in merito ad una diagnosi di tumore polmonare con metastasi cerebrale. Premetto che è un diabetico con già un’amputazione al terzo medio femore destro (da tanto tempo) ed un’altra all’avampiede sinistro.
    Circa due mesi fa ha perso le forze ed è divenuto emiplegico (lato sinistro), quindi allettato, e per ciò lo abbiamo ricoverato. Da qui, dopo varie TAC ed una RM, la tremenda diagnosi suddescritta: tumore polmonare di 6 cm che infiltra un’arteria con singola metastasi cerebrale di 3,5x 2,3 e successivo sanguinamento. Mio padre all’inizio, anche se in stato confusionale, reagiva bene alla terapia fatta di mannitolo e cortisone per contrastare l’edema cerebrale ma adesso va spesso in stato soporoso e con edema polmonare. È stata fatta anche una consulenza con un oncologo che, prima del sanguinamento, ci aveva consigliato la radioterapia per poi procedere con una broncoscopia. Adesso però, dopo l’evento del sanguinamento cerebrale, i radioterapisti hanno detto che non è possibile procedere a causa del sopravvenuto problema. Dopo quest’ultimo riscontro per i medici del reparto di Medicina è ormai un paziente da Hospice. Le chiedo: ma è possibile che si giunga a questa conclusione senza neppure cercare di tentare un drenaggio o rimozione (ove e se possibile) del sanguinamento della metastasi e conseguente riduzione dell’edema, quindi un trasferimento in strutture all’avanguardia, per poi procedere con la radioterapia anche se non proprio risolutiva? Mi auguro una Sua rapida risposta. Grazie mille.

    RISPOSTA

    Caro signore,

    mi è ovviamente impossibile darle risposte precise senza vedere immagini radiologiche e il malato. Da quello che lei mi racconta la situazione è davvero molto complessa ed è possibile che non siano indicate procedure terapeutiche ulteriori. Sarebbe utile che Lei potesse parlare con il neurochirurgo del suo ospedale per capire meglio i rischi di un intervento di drenaggio dell’emorragia o asportazione chirurgica della lesione. E’ possibile però che, al di là della situazione cerebrale, ci siano condizioni che non permettono l’intervento (ad esempio insufficienza respiratoria o altre patologie associate).

    Vorrei solo aggiungere che una buona impostazione delle cure palliative non va vista come una scelta di ripiego ma l’opportunità di ridurre al minimo le potenziali cause di sofferenza.

    Un caro saluto

    Gianmauro Numico

    Gianmauro Numico

    ESPERTO IN NEOPLASIE DEL POLMONE. Direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria. Nato a Bra (Cuneo) nel 1968, si è laureato in medicina all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e si è specializzato in oncologia all’Università di Genova. Gli interessi professionali principali sono le neoplasie del test-collo e del polmone e […]
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