La gestione delle crisi epilettiche

    DOMANDA

    Gentile professore, sono una maestra di scuola elementare. Le vorrei chiedere un consiglio pratico su come comportarmi in caso a uno dei miei alunni venisse un attacco epilettico: è un’ipotesi che mi spaventa e temo di non saper come reagire…

    RISPOSTA

    Una crisi epilettica generalizzata di tipo tonico-clonico (la cosiddetta ‘convulsione’ o crisi di Grande Male) costituisce sempre un evento drammatico che spaventa molto chi la osserva per la prima volta.
    Sicuramente il problema di questo tipo di crisi riguarda l’eventuale trauma conseguente alla caduta improvvisa. Prevenire la caduta a terra è quindi l’intervento fondamentale, che per lo più, risulta raramente attuabile. Se un bambino (o anche un adolescente o un adulto) presenta questo tipo di crisi ed è già a terra,occorre praticare una serie di manovre che consistono essenzialmente in: 1) porre sotto il suo capo qualcosa
    di morbido, in modo che durante le convulsioni non continui a battere ripetutamente la testa sulla superfi cie dura. 2) slacciare il colletto della camicia e ruotare la testa di lato per favorire la fuoriuscita della saliva e permettere una respirazione regolare. Altro suggerimento importante è quello di evitare capannelli di persone attorno al soggetto in crisi; generalmente, la crisi è di breve durata (in genere meno di un minuto) ma una volta terminata il soggetto frequentemente è confuso, può non rendersi subito conto dell’accaduto, ha bisogno di riprendersi con calma e certamente l’assembramento di bambini e di altre persone attorno non è di aiuto.
    Ci sono anche delle manovre da non fare:
    ‘ non tentare di aprire la bocca per impedire il morso della lingua o per evitarne il rovesciamento;
    ‘ non tentare di inserire in bocca oggetti morbidi o rigidi;
    ‘ non bloccare braccia e gambe.
    Questi inutili interventi, oltre a provocare lesioni alle dita del soccorritore, potrebbero determinare nel soggetto in crisi lussazioni mandibolari, fratture dentarie o anche intensi dolori muscolari.
    Esistono però altre crisi epilettiche di diverso tipo, frequenti in età evolutiva, che spesso si manifestano in maniera poco chiara ed eclatante.
    Nel caso di crisi a tipo Assenze, frequenti nell’infanzia, non occorre fare nulla, eccetto che chiamare ripetutamente il bambino e poi segnalarle. Esistono poi altre crisi, le crisi focali (come quelle del lobo temporale), che possono manifestarsi, talora, con comportamenti ‘strani’ e il livello di coscienza può
    essere parzialmente compromesso: in questi casi è inutile tentare di fare qualunque manovra per cercare di ‘far tornare in sé’ il soggetto chiamandolo o facendogli richieste varie (egli potrebbe anche comprendere ma essere incapace di esprimersi in modo corretto); così come è sconsigliabile limitargli i movimenti in aula.
    In questi casi l’atteggiamento migliore è quello di limitarsi a vigilare attentamente per evitare che durante la crisi il soggetto involontariamente si faccia del male.
    Quando le crisi, di qualsiasi tipo, sono brevi e isolate potrebbe essere anche inutile chiamare l’ambulanza per portare il paziente in Pronto Soccorso.
    Il ricovero in ambiente ospedaliero invece è d’obbligo quando la crisi è molto prolungata e il soggetto non riprende coscienza, oppure quando a una prima crisi, dopo qualche minuto, ne segue un’altra.
    La ringrazio di questa domanda, che mi dà l’opportunità di ribadire l’importanza di una condivisa collaborazione tra le famiglie dei bambini affetti da epilessia e i loro insegnanti ed è fondamentale l’informazione e la formazione su questa malattia.
    Il tema della Giornata Nazionale per l’Epilessia della LICE (Lega Italiana contro l’epilessia) che si svolgerà il 2 maggio 2010, sarà proprio ‘epilessia e scuola’ e in molte regioni saranno organizzate manifestazioni ed eventi culturali ( per informazioni: www.lice.it).
    Cordiali saluti