LES

    Pubblicato il: 26 Maggio 2013 Aggiornato il: 26 Maggio 2013

    DOMANDA

    Gentile Prof. Carrabba le scrivo per conto della madre di una mia amica (la paziente ha 65 anni) affetta da diversi anni da LES ma che, forse perché non correttamente consigliata, si ostina a non sentire il parere di altri clinici. Ciascuno ha la propria competenza e sensibilità e spesso è possibile ottenere risultati migliori. Ad esempio non mi sembra le sia stata prospettato la terapia con i nuovi farmaci biologici. Vorrei che potesse darmi indicazioni sulle nuove possibilità terapeutiche che, probabilmente, la convinceranno, finalmente.

    La ringrazio vivamente. Cordiali saluti.
    F. Argentieri (Milano)

    RISPOSTA

    Il trattamento più opportuno del LES dipende in ogni momento da svariati fattori come l’attività di malattia, la sua durata, gli organi o apparati interessati attualmente, la risposta e la tolleranza ai diversi farmaci in uso e così via. La recente disponibilità di un nuovo agente biologico (in grado di contrastare un importante attivatore B linfocitario) ha ampliato le già cospicue risorse terapeutiche per questa malattia. Un esperto reumatologo potrà decidere, in base agli elementi citati e all’attuale normativa che prevede l’impiego di questi nuovi preparati solo in caso di insuccesso parziale o totale delle cure tradizionali, come regolarsi nel caso della sua conoscente. Un controllo diretto della paziente, corredata della relativa documentazione storica e attuale, è comunque indispensabile per stabilire il da farsi.