LEUCEMIA LINFOBLASTICA ACUTA PH +

    DOMANDA

    Buongiorno Dottore
    il mio ragazzo a maggio 2013 ha scoperto di avere la LLA-B PH + p190+. E’ stato ricoverato al policlinico di Modena.
    Trattato con Imatinib e chemioterapia secondo protocollo NILG per complessivi 6 cicli e 5 rachicentesi medicate.
    BM post VI: RC ematologica e immunofenotipica. Molecolare : MRD 0,04
    in data 12/02/14 ha subito un trapianto allogenico di midollo da donatore unrelated 9/10.
    Non ci sono state particolari complicanze dopo il trapianto e non si è presentata GVHD.
    In data 06/05/14 è stato eseguito Mieloaspirato: RC morfologica e IF Molecolare 0,02. Mutazionale WT
    Chimerismi SM 98% donatore, CD3 100% Donatore. (ripresa assunzione di Imatinib)
    Eseguito in data 25/06 BM:
    -citologia: recidiva di LLA
    -IF: CB 50%
    -chimerismo: 50% donatore BM- 94/96% Don CD3
    -MRD e MUTAZIONALE: in corso
    iniziata terapia con DASATINIB
    purtroppo dagli ultimi esami risulta che anche Dasatinib non dia i risultati sperati.
    I medici hanno detto che proveranno con queste pillole intelligenti e con le iniezioni di staminali (neutrofili?) del donatore, ma le probabilità sono minime.
    Cosa dobbiamo aspettarci? Ci sono delle terapie sperimentali da poter provare?
    Nella peggiore delle ipotesi quanto potrebbe restare in vita?

    ringraziandola di cuore
    porgo distinti saluti

    Laura

    RISPOSTA

    Gentilissima Laura,
    in effetti una recidiva così precoce dopo l’iter terapeutico eseguito, comprensivo di trapianto allogenico da donatore unrelated, configura una situazione molto difficile. Tuttavia, in assenza di GvHD la somministrazione dei linfociti del donatore (DLI) a dosi progressivamente crescenti (quindi non neutrofili né staminali), unita all’utilizzo dei farmaci inibitori di tirosin-chinasi di nuova generazione, rappresenta un’opzione terapeutica da percorrere, che offre concrete possibilità di ottenere risultati importanti. Personalmente credo che si debba puntare principalmente sull’azione di questi farmaci, in particolare il ponatinib. Indipendentemente dall’eventuale presenza di mutazioni, questo farmaco offre elevate possibilità di riuscita anche in caso di fallimento degli altri inibitori di TKI (imatinib e dasatinib). La somministrazione di DLI potrebbe essere associata al ponatinib una volta ottenuta una nuova RC ematologica. Quanto alla sua seconda domanda, nessuno al di fuori dei curanti, che conoscono personalmente il paziente, può essere in grado di dare una risposta corretta. Ci sono troppe variabili in gioco, e certamente per una valutazione prognostica non ci si può basare sulla sola storia clinica. Resto comunque a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti. Se crede, può tenermi informato anche scrivendo all’indirizzo e-mail: francesco.onida@unimi.it
    Mi farebbe piacere.
    Un caro saluto,

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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