leucemia mieloide acuta:è sempre necessario fare un trapianto?

    DOMANDA

    Egregio Dottore

    le spiego la situazione:

    mio marito ha 63 anni ed è affetto da leucemia mieloide acuta con maturazione di tipo M2.

    L’abbiamo scoperto il 4 agosto di questo’ anno in seguito ad un emocromo.Lui era un po’pallido, aveva lamentato dolori molto forti allo stomaco, sudava frequentemente di notte e si sentiva sempre debilitato.

    Dopo aver ricevuto l’esito delle analisi, è stato ricoverato immediatamente nel reparto di Ematologia del Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo.

    Qui ha eseguito un ciclo di induzione ed uno di consolidamento secondo lo schema Flag- Myocet senza particolari effetti collaterali.

    In seguito è stato ricoverato per anemia e piastrinopenia di grado severo ed ha ricevuto trasfusioni con emazie concentrate (5U) e piastrine da pool (4U) con beneficio. Inoltre per neutropenia di grado severo ha effettuato il Fattore di Crescita granulocitario.

    Allego i suoi ultimi esami ematochimici:

    Emocromo (all’ingresso) Hb 7.9 g/dl, Pit 10 000/mmc, GB 290/mmc

    Emocromo (alla dimissione) Hb 8.0 g/ dl, Pit 43 000/mmc, GB 5580/mmc

    Chimica: glicemia 118 mg/dl, trigliceridi 176 mg/dl tot. 1.30 mg/dl, colesterolo tot 99 mg/dl, restanti esami di funzionalità epato-renale ed elettroliti nella norma.

    Coagulazione INR 1.04, aPTT 32.9 sec

    Elettroforesi Proteica: albumina 59,4%, alfa1- glob 4.8%, alfa2-glob 8.7%, beta1-glob 4.6%, beta2-glob 5.7%,gamma-glob 16.80%

    Il 23 Ottobre ci recheremo per eseguire la terapia di mobilizzazione, poi gli verrà fatto un emocromo completo tra una settimana.

    A questo punto le chiedo un Suo gentile riscontro sulla probabilità di guarigione in merito ai dati che le ho fornito.

    Mi chiedo inoltre se considerando la situazione di mio marito, sia necessario un autotrapianto

    Resto a Sua disposizione per qualsiasi informazione.

    Grazie infinite dell’attenzione.

    RISPOSTA

    Innanzitutto mi scuso per il ritardo della risposta ma solo ora ho visto la domanda. Per decidere di un trapianto (quale trapianto) è necessario conoscere il profilo di rischio all’esordio (citogenetica all’esordio) e questo dato non è riportato. Se il trapianto allogenico non è indicato si può prendere in considerazione il trapianto autologo come terapia di consolidamento (consolidamento della remissione). Alcuni centri seguono una diversa politica per il consolidamento ma questa non è una differenza maggiore. Se suo marito non è un alto rischio e se entra in una buona remissione andrei senz’altro al trapianto autologo. In bocca al lupo

    Emanuele Angelucci

    Emanuele Angelucci

    TUMORI DEL SANGUE. Direttore del dipartimento di oncologia medica all’ospedale oncologico Armando Businco di Cagliari. Nato nel 1958, si è laureato all’Università degli Studi di Bologna. Si è specializzato in ematologia, in oncologia clinica e in medicina interna all’Università degli Studi di Ancona. È anche direttore della struttura complessa di ematologia e trapianto di midollo […]
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