leucemia mieloide cronica

    Pubblicato il: 22 Settembre 2016 Aggiornato il: 22 Settembre 2016

    DOMANDA

    Salve dottore,
    ho 46 anni e sono affetta da LMC Ph+. Ho iniziato a curarmi con il Gleevec, ma dopo poco più di due mesi, sono precipitata in un grave stato di aplasia midollare ed ho dovuto sospendere la cura. Dopo cincque mesi di trasfusioni e cure a base di cortisone e fattori di crescita, il midollo ha ripreso a lavorare. Ho dunque iniziato ad assumere il Nilotinib, ma dopo appena un mese e mezzo di cura a dosaggio ridotto, ( una cp il primo mese e poi due ), i valori dell’emocromo sono nuovamente precipitati ( PLT 9000, Neutr. 15.000, Linfociti 76000). I medici mi hanno subito sospeso il farmaco e adesso sono nuovamente in attesa che il midollo si riprenda dal trauma subito. Intanto ho ripreso il deltacortene ( 25 mg die ). A questo punto i medici che mi seguono presso la clinica “La Maddalena ” di Palermo ritengono sia rischioso insistere con gli inibitori della tirosin-chinasi e vorrebbero somministrarmi l’interferone, nell’attesa che venga sperimentato qualche nuovo farmaco che il mio midollo sia in grado di sopportare. Vorrei un suo parere in merito, mi creda, sono molto scoraggiata.
    La ringrazio anticipatamente.
    Daniela Pira

    RISPOSTA

    Buongiorno. Anzitutto mi scuso per il ritardo della mia risposta. Non le nascondo che la sua vicenda, certamente non comune, ha suscitato in me parecchie perplessità. Personalmente credo che sarebbe meglio ripetere le indagini midollari con aspirato e biopsia ossea per cercare di valutare le ragioni della grave citopenia, anche a livello molecolare. Credo poi che prima di rinunciare all’uso di un farmaco della classe degli inibitori di tirosino-kinasi (ne esistono altri oltre a imatinib e nilotinib) si debbano fare ulteriori tentativi, magari adattando meglio la posologia.

    Senza nulla togliere alle competenze e alla professionalità dei colleghi della clinica “La Maddalena” di Palermo, credo che in un caso come questo un consulto presso un centro di riferimento per la leucemia mieloide cronica (ad es. Bologna, Ist. Seragnoli), anche in considerazione della sua giovane età, potrebbe essere opportuno per una migliore gestione della sua problematica.

    Cordiali saluti,

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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