DOMANDA
Gentile Dottore,sono una sig.ra cinquantenne, circa due anni fa mi è stato diagnosticato, dopo biopsia a un linfonodo sottomandibolare, linfoma non hodgkin diffuso B a grandi cellule stadio IV A IPI2. Terapia 6 cicli di R.C. Febbraio 2013 si ripresenta la malattia, biopsia linfonodo inguinale. Diagnosi: linfoma non hodgkin a grandi cellule B recidivo stadio II A. Ho iniziato I ciclo terapia con RDHAOX e mi viene proposto di effettuare l’autotrapianto. Desidererei sapere se è necessario l’autotrapianto o se continuando con la terapia convenzionale, potrei avere la probabilità di una guarigione o se ci sono nuove terapie alternative. La ringrazio anticipatamente – Cordiali Saluti
RISPOSTA
Buongiorno.
Trattandosi di una recidiva di un linfoma “ad alto grado di malignità”, attualmente lo standard di strategia terapeutica dopo la seconda linea di terapia comprende un consolidamento mediante trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche. Con il trapianto, le probabilità di guarigione sono buone. In caso contrario, ossia senza questo approccio, si riducono significativamente. In ogni caso vorrei tranquillizzarla: il trapianto autologo è oggi davvero una pratica terapeutica che non comporta grossi rischi e il più delle volte non è gravata da tossicità importante. L’unico problema è che richiede un’ospedalizzazione prolungata (generalmente 3-4 settimane).