linfoma non hodgkin

    Pubblicato il: 11 Maggio 2013 Aggiornato il: 11 Maggio 2013

    DOMANDA

    Gentile Dottore,sono una sig.ra cinquantenne, circa due anni fa mi è stato diagnosticato, dopo biopsia a un linfonodo sottomandibolare, linfoma non hodgkin diffuso B a grandi cellule stadio IV A IPI2. Terapia 6 cicli di R.C. Febbraio 2013 si ripresenta la malattia, biopsia linfonodo inguinale. Diagnosi: linfoma non hodgkin a grandi cellule B recidivo stadio II A. Ho iniziato I ciclo terapia con RDHAOX e mi viene proposto di effettuare l’autotrapianto. Desidererei sapere se è necessario l’autotrapianto o se continuando con la terapia convenzionale, potrei avere la probabilità di una guarigione o se ci sono nuove terapie alternative. La ringrazio anticipatamente – Cordiali Saluti

    RISPOSTA

    Buongiorno.
    Trattandosi di una recidiva di un linfoma “ad alto grado di malignità”, attualmente lo standard di strategia terapeutica dopo la seconda linea di terapia comprende un consolidamento mediante trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche. Con il trapianto, le probabilità di guarigione sono buone. In caso contrario, ossia senza questo approccio, si riducono significativamente. In ogni caso vorrei tranquillizzarla: il trapianto autologo è oggi davvero una pratica terapeutica che non comporta grossi rischi e il più delle volte non è gravata da tossicità importante. L’unico problema è che richiede un’ospedalizzazione prolungata (generalmente 3-4 settimane).

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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