Linfonodi “gonfi” da anni

    DOMANDA

    Buongiorno, vi scrivo per un parere su un problema che mi assilla da molti anni.

    Era il 2014 all’incirca quando mi accorgo di un linfonodo al lato sinistro del collo. Il medico curante mi prescrisse analisi di routine e visto l’esito mi disse di non preoccuparmi.

    Gli anni successivi per altri motivi ho effettuato gastro e colonscopia e durante la visita il medico tastando il corpo disse che avevo diversi linfonodi gonfi di origine infiammatoria. Ho cambiato medico di base a cui ho esposto il problema e dopo analisi di controllo includenti anche tiroide,prostata, pancreas ,fegato e un eco addome completo mi ha detto di non preoccuparmi poiché i valori erano buoni (colesterolo bassino a causa alimentazione) e che essendo molto magro li “sento” di più. Aggiungo che ho avuto nel 2014 la mononucleosi e soffro di stipsi ostinata, esofagite e ho due ernie cervicali che mi tormentano da anni.

    Ho effettuato (per altri motivi) radiografia alle spalle che non ha evidenziato nulla. Dal 2014 ad oggi ho effettuato diverse volte le analisi e i valori sono sempre nella norma. Domani effettuerò eco linfonodi del collo. Purtroppo leggendo su internet la cosa mi preoccupa e non poco, stranamente più leggo più aumenta preoccupazione e più mi sento “stanco”,”spossato” e senza voglia di fare nulla.

    Per il medico se fosse stato qualcosa di “brutto ” dubita che dopo tutti questi anni sarei qui. Mi potreste gentilmente dare un vostro parere?

    Grazie mille,

    RISPOSTA

    Buongiorno. Mi scuso per il ritardo con cui le rispondo. Sulla base di quanto mi ha scritto non posso che confermarle quanto le è già stato detto dai suoi curanti. Se le adenomegalie sono stabili ben difficilmente si tratta di una condizione legata ad una patologia linfoproliferativa. Le caratteristiche ecografiche possono aiutare a capire la natura reattiva o meno delle stesse. Esistono comunque diverse patologie croniche che possono giustificare la presenza di adenomegalie. Talora per arrivare ad una diagnosi è necessario procedere alla valutazione istologica mediante una biopsia escissionale di un linfonodo, ma tale scelta deve essere ben ponderata sulla base di tutte le possibili utili indagini non invasive, che comprendono un’anamnesi accurata, l’esame obiettivo, indagini enzimatico-biochimiche sul sangue, ecografia, eventuale TAC e/o PET. Ne parli con il suo medico.

    Cordiali saluti,

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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