linfonodi reattivi

    DOMANDA

    Preg.mo, mia madre ha 83 aa e diversi mesi fa ha eseguito un’ecografia delle stazioni linfonodali da cui ne è derivato il seguente referto: “lo studio ecografico delle sedi superficiali (collo-ascellare-ingunale) ha evidenziato alcuni linfonodi reattivi centimetrici”. Cosa significa ciò? E’ in linea di max normale OPPURE evidenzia uno stato patologico preoccupante???? In tale ultima ipotesi di solito cosa si consiglia (ovviam. in linea generale) di fare (quali esami sangue, ecc.)?
    La ringrazio vivamente e Le porgo cordiali saluti

    RISPOSTA

    Egregio Signore,
    l’anamnesi della sua mamma manca di importanti dati che permettano di comprendere il significato della comparsa di quei “linfonodi reattivi” evidenziati e definiti tali all’eco.
    Cercherò comunque di fornirle alcune informazioni.
    Con il termine “reattivo” si intende generalmente la reazione dei linfonodi ad un fatto infiammatorio (di solito, virale o batterico) e non significa nulla di preoccupante, se non l’inquadrantemto possibilmente preciso della infezione responsabile.
    Gli esami di base necessari comprendono l’emocromo con la formula leucocitaria e gli indici dell’infiammazione quali la VES, PCR, foresi delle proteine.
    Sarà compito del medico di base suggerire contemporaneamente quelle indagini immunitarie o di altro genere, atte a scoprire la natura del problema, dopo aver attentamente visitato la signora.
    Se in quadro clinico non risulterà chiaro, sarà utile anche un’ecografia dell’addome per vedere se sono presenti linfoadenopatie anche a quel livello, con eventuale aumento di volume di fegato e milza.
    Cordiali saluti.
    Prof. Riccardo Volpi

    Riccardo Volpi

    Riccardo Volpi

    Professore associato di medicina interna all’Università degli Studi di Parma. Nato a Parma nel 1952, si è laureato all’Università degli Studi di Parma dove si è anche specializzato in endocrinologia e malattie del ricambio e in medicina interna. È responsabile dell’ambulatorio di endocrinologia e andrologia medica al dipartimento onco-emato-internistico dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma.
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