DOMANDA
Gentilissimo dottore approfitto della sua cortese attenzione per conoscere il suo autorevole parere su un problema che mi affligge da qualche giorno: la LIVEDO RETICULARIS probabilmente causata dalla interazione tra farmaci antiparkinson,( requip 8mg+2 mantadan 100+ ½ sinemet100/25+ 1surmontil 25+2jumex da 5)(quali potrebbero essere,secondo lei, i possibili farmaci responsabili?).Il dottore che mi cura il Parkinson (neurologo) dice di non preoccuparmi, affermando che è una patologia che penalizza solo l’estetica e che è meglio tenere sottocontrollo il tremore del Parkinson piuttosto che rischiare di farlo ritornare modificando una cura che funziona a meraviglia, ( ho solo 60 anni e lui dice che sono ” giovane”per aumentare la levodopa) comunque mi ha prescritto VENORUTONer500 (2 cps/die e 10×3 gocce di DIIDERGOT) . le chiedo informazioni sulla malattia LIVEDO RETICULARIS,, sul possibile evolversi (per ora non ho disturbi tipo prurito o bruciori..), se è possibile prendere il sole….fare Bagni in mare e in piscina…Lampade abbronzanti.. Idromassaggi…saune e bagni turchi .Mi preme molto venire a conoscenza dei possibili rischi a cui vado incontro “trascurando “la patologia secondaria”(livedo r.)” e cosa posso fare per cercare di curarla rispettando la cura antiparkinson che attualmente funziona?Rimanendo in attesa di un suo parere colgo l’occasione per porgerle i miei piu distinti saluti..
Grazie per la cortese attenzione, Fulvio Alfio
RISPOSTA
La lettera è molto precisa, ma anche rassicurante.
La livedo reticularis è il più spesso problema d’inestetismo (alle mani, evidentemente). In questo caso poi, se ne conosce la genesi (secondaria ad uso di farmaci), ed ha ragione il neurologo in termini di rischio/beneficio della terapia in atto.
Non sarei neppure favorevole all’aggiunta terapeutica della livedo con Venoruton e Diidergot, non senza possibili effetti collaterali di quest’ultimo).
Abbia pertanto una vita regolare e senza ulteriori pensieri. Quanto allo stile divita (acqua, mare ed esposizione al sole non c’è alcun limite).
Cordiali saluti
Prof. Giovanni B. Agus