Livello di LDH alto: che significa?

    Pubblicato il: 11 Dicembre 2014 Aggiornato il: 11 Dicembre 2014

    DOMANDA

    Egregio dottore,
    mio marito ha 48 anni e da qualche giorno ha scoperto di avere l’LDH alto, ad un primo esame era 576, mentre la settimana dopo era 499. Il medico di famiglia gli ha consigliato quest’esame perché da qualche tempo si sente sempre spossato ed avverte una grande pesantezza alle gambe. Da circa vent’anni soffre di insufficienza renale cronica di grado moderato ( creatinina 1,80), mentre da circa un anno ha scoperto di soffrire di una broncopatia cronica asmatica, che gli ha ridotto le capacità respiratorie di circa il 26-30%.Vorremmo sapere a cosa si potrebbe addebitare l’LDH alto e quali eventuali altri accertamenti ci consiglia di fare. Grazie anticipatamente.

    RISPOSTA

    Buonasera. Le latticodeidrogenasi (LDH) sono proteine enzimatiche prodotte a livello di diversi tessuti (in particolare fegato, polmoni, sistema emolinfopoietico). Il loro aumento nel siero, pertanto, scevro da ulteriori informazioni cliniche e dai restanti esami ematochimici, non è interpretabile. Se non vi sono evidenze di alterazioni emocromocitometriche (leucocitosi, linfocitosi, MCV aumentato, reticolocitosi), la prima cosa da fare è un controllo delle transaminasi (AST, ALT e GGT) e degli altri esami di funzionalità epatica (bilirubina, ALP, albumina). Completerei inoltre con un controllo degli indici di flogosi (PCR, VES, fibrinogeno, alfa-1-glicoproteina acida). In caso di normalità di tutti tali esami, eventualmente procederei con una radiografia del torace + eventuale ecografia dell’addome in toto, dando naturalmente per scontato un preventivo esame obiettivo da parte del curante per escludere la presenza di reperti patologici (a livello cardio-polmonare e addominale e a livello delle stazioni linfonodali superficiali esplorabili).

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
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