DOMANDA
Gentilissimo dottore Onida,
vorrei sottoporLe il caso di mia madre.
Un anno e mezzo fa esordio malattia con linfocitosi, febbre, astenia. Luglio 2017 inizio chemioterapia (leggera considerata l’età di mia madre, 80 anni). Metà Dicembre 2017 fine primo ciclo di chemioterapia, condizioni generali buone, successivo controllo previsto per il 19/02 /18. Ancor prima però, verso la fine di Gennaio 2018 riacutizzarsi dei sintomi febbre, astenia…e in più comparsa di “bozzi”alla testa e di bruciore e parestesia al mento e al labbro inferiore.
Al controllo del 19/02 secondo gli ematologi tutto andava bene, i bozzi non erano niente di grave e i disturbi di cui si lamentava mia madre erano riconducibili ad altro, tipo una cistite.
Nel frattempo le lesioni osteolitiche alla teca cranica (questo erano quelli che noi chiamavamo bozzi ),tre per l’esattezza, nel giro di una settimana sono aumentate di volume, hanno provocato un edema del volto e poi si sono riassorbite senza trattamento alcuno. Oggi al loro posto rimangono tre fossette, come tre piccoli nidi.
Dopo la biopsia di una neoformazione renale evidenziata da una tac total body e una conseguente diagnosi di linfoma non Hodgking, gli ematologi, circa quindici giorni fa, si sono finalmente decisi ad attenzionare il caso. Mi chiedo è possibile che una leucemia linfatica cronica si trasformi in linfoma, inoltre siamo sicuri che si tratti di linfoma ?(Non ci sono linfonodi ingrossati).
Nell’attesa di una Sua risposta, La ringrazio in anticipo e Le chiedo scusa per essere stata poco sintetica.
Cordiali saluti,
Claudia
RISPOSTA
Buongiorno. Esiste una forma di linfoma non Hodgkin chiamato linfoma linfocitico che rappresenta la controparte linfonodale della leucemia linfatica cronica. In pratica si tratta della stessa malattia, che interessa prevalentemente i linfonodi anziché il sangue. Spesso tuttavia nella LLC vi sono localizzazioni linfonodali con adenomegalie diffuse.
Cordiali saluti,
Francesco Onida