LMMC V

    Pubblicato il: 12 Luglio 2012 Aggiornato il: 12 Luglio 2012

    DOMANDA

    Buongiorno Dottore, riprendo internet dopo un pò di tempo. Grazie per la Sua risposta. Le riassumo di mio padre. Adesso la situazione pare sotto controllo. Dopo un primo ciclo travagliato di vidaza (ha avuto febbre altissima, causata per fortuna da una infezione e non da degenerazione della malattia) ha finito ieri di fare il secondo ciclo di vidaza. I valori ematici sono buoni. Ha dovuto fare però delle trasfusioni poichè durante la terapia l’emoglobina è scesa sotto gli 8. Ha sospeso per qualche giorno anche l’oncocabide che tra i due cicli di vidaza aveva provocato non pochi disagi (continua nausea e costipazione). Oggi vedendo la formula leucocitaria però i monociti risultavano al 38% per cui gli è stato detto di riprendere l’oncocarbide. Oggi I bianchi sono 5.000 e le piastrine 145000, emoglobina 8.7 (ieri ultima trasfusione una unità). Mia zia sta effettuando la tipizzazione per vedere se è compatibile per un eventuale trapianto (mio papà sta per compiere 64 anni). Lei cosa ne pensa? Grazie per tutto. La saluto cordialmente

    RISPOSTA

    Buongiorno. Le chiedo scusa per il grande ritardo della mia risposta all’ultima sua mail. Sono contento che le cose stiano andando un po’ meglio. L’utilizzo del Vidaza alternato all’oncocarbide non è proprio una prassi, poiché infatti di norma quest’ultimo viene interrotto durante il trattamento con la 5-azacitidina. Tuttavia, se i colleghi hanno ritenuto di utilizzare questa strategia, probabilmente ritengono che il solo Vidaza non sia sufficiente a contenere la proliferazione dei leucociti. La quota monocitaria elevata è normale nella LMMC, e di certo non c’è da aspettarsi che possa normalizzarsi dopo solo 2 cicli di trattamento. Sono richiesti almeno 6 cicli per poter dare una prima valutazione della risposta. Quanto al trapianto allogenico, la valutazione dell’eventuale compatibilità con la sorella (sua zia) è certamente indicata. Il trapianto allogenico, infatti, è tuttora l’unica terapia potenzialmente in grado di condurre a guarigione (anche se con rischi significativi). Se vorrà tenermi ulteriormente aggiornato, gliene sarò grato.
    A presto,
    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Francesco Onida

    Professore Associato in malattie del sangue nel Dipartimento di Oncologia e Emato- Oncologia dell’Università Statale di Milano, lavora presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dove è responsabile del Centro Trapianti di Midollo Osseo. Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1995, si è poi specializzato in Ematologia nel 1999. Rientrato in Italia […]
    Invia una domanda