Lutto e Depressione

    Pubblicato il: 25 Luglio 2013 Aggiornato il: 25 Luglio 2013

    DOMANDA

    Buongiorno, dopo 14 anni di matrimonio, l’anno scorso il rapporto con mio marito è iniziato a vacillare. Ho 40 anni e due bimbi piccoli. Io non sto lavorando , bensì studiando per l’esame di abilitazione per avvocato. Sei mesi fa mio padre è mancato… sono a pezzi. Orbene, da circa un mese ho una depressione fortissima. Non riesco ad alzarmi dal letto la mattina,sono stanchissima ad ogni ora e non riesco nemmeno a cucinare. Non ho voglia di uscire, di parlare, di fare nulla. Piango, da giorni sto piangendo tutte le mie lacrime e sogno di potere andare in cielo da mio papà. Nulla mi dà sollievo, nemmeno i miei due bimbi. Sono impermeabile a qualsiasi cosa. Mio marito è distante, non c’è complicità, condivisione, comprensione. Esiste solo il suo lavoro. Gli ho parlato dicendo che in questo periodo ho bisogno di lui… mi ha liquidata dicendo che passerà. Dentro sono morta. Grazie

    RISPOSTA

    Cara Signora,
    lei sta vivendo un momento di grande difficoltà emotiva e psicologica che, proprio perché così pesante ed invadente, si riverbera anche sugli aspetti fisici e sull’organizzazione della vita quotidiana.
    Il lutto che l’ha colpita 6 mesi fa, in assenza di un supporto da parte di suo marito, la sta facendo vacillare e l’ha condotta – come lei dice giustamente – in una delle (purtroppo) “classiche” situazioni di depressione psicologica causata da fattori scatenanti esterni.
    In questo quadro, i sintomi che lei riporta sono purtroppo “normali” e ben conosciuti, così come avvertire il desiderio di “raggiungere” la persona deceduta e ricongiungersi a lei – come se ciò fosse l’unica possibilità di “vita”, paradossalmente -.
    E’ assolutamente necessario che lei si faccia aiutare da persone esperte! L’isolamento, in queste condizioni, non è consigliabile a nessuno, né è detto che lei possa uscirne da sola, cioè con le sue forze che, al momento, almeno, appaiono limitate.
    Può avere fiducia in diverse strade. La prima, quella di “pronto intervento”, è farmacologica. Oggi esistono dei potenti antidepressivi che possono darle un po’ di sollievo abbastanza rapidamente. La seconda è naturalmente quella della psicoterapia: ciò per capire cosa le sta succedendo, superare il lutto e la situazione di abbandono in cui suo marito la sta ponendo, capire cosa può e vuole fare della sua vita, e riprendere fiducia in primo luogo in se stessa, e poi nel mondo intorno.
    Intanto non si colpevolizzi perché si sente distante anche dai suoi due bimbi, dato che tale situazione è del tutto fisiologica quando si è in una depressione come la sua.
    Chieda aiuto a persone esperte, medici-psichiatri per la psicofarmacologia, psicologi-psicoterapeuti per la cura psichica.
    Appena se la sente, riprenda ad uscire di casa e a dedicarsi alla realtà che la circonda!
    Sia forte.
    Tanti cari auguri,
    Andrea Castiello d’Antonio
    Roma

    Andrea Castiello Dantonio

    Andrea Castiello Dantonio

    PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA. Professore di psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso l’Università Europea di Roma, è nato a Roma nel 1954, si è laureato in psicologia con lode. Psicologo e psicoterapeuta, si occupa di psicologia clinica, psicoanalisi, psicologia del lavoro e psicologia giuridica. È consulente tecnico d’ufficio del Tribunale di Roma. Curatore della collana […]
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