Malattia di Parkinson

    Pubblicato il: 11 Dicembre 2009 Aggiornato il: 11 Dicembre 2009

    DOMANDA

    Gentile dottor Bonuccelli,
    le scrivo per chiederle qualche informazione sulla malattia di Parkinson.
    Nella mia famiglia mia nonna materna è stata colpita da questa malattia all’età di circa 50 anni ed ha convissuto con questo male per circa 20 anni.
    Io ho letto abbastanza su questa malattia e ne conosco bene sintomi, modalità di cura etc.
    Non riesco però a capire se sia o meno ereditaria e se ci siano dei modi per prevernirla, anche indirettamente.
    Ho letto che esistono interventi farmacologici specifici (per esempio terapia farmacologica anti parkinsoniana… di che si tratta?) e per ‘prevenire’ viene consigliata anche la somministrazione di vitamine “anti-invecchiamento” (vitamina A, vitamina E), e di antiossidanti, che si oppongono alla formazione di radicali liberi (glutatione, coenzima Q10).
    Mia madre ha ora 58 anni e mi chiedevo se fosse opportuno considerare la possibilità di fare qualche trattamento ‘preventivo’, sempre che esista.

    La ringrazio anticipatamente
    Cordiali saluti

    RISPOSTA

    Si ritiene che il 5-10 % dei pazienti con M. di Parkinson abbiano una base prevalentemente genetica,ma solo per una parte molto piccola di questi casi e’ stato identificato il gene mutato.La mamma ha un rischio appena lievemente aumentato rispetto a chi non ha uno dei genitori affetto,perche’ il rischio di contrarre la malattia e’ molto elevato solo nel caso in cui ci siano nell’albero genealogico diversi malati di Parkinson e senza salto generazionale (forme dominanti).
    Le terapie farmacologiche del parkinson curano i sintomi sostituendo la dopamina mancante in alcuni circuiti cerebrali:i farmaci sono levodopa,precursore della dopamina e dopaminoagonisti,analoghi della dopamina.Si ritiene che una delle cause della perdita dei neuroni che producono dopamina sia un eccessiva ossidazione con conseguente morte cellulare:in realta’ la vitamina E non funziona,per il Coenzima Q e’ in corso un grosso studio in USA,mentre di recente sono stati pubblicati i risultati dello studio ADAGIO che dimostrano che rasagilina ,un potente antiossidante che blocca il metabolismo ossidativo della stessa dopamina,oltre ad avere un effetto sui sintomi della malattia,sarebbe in grado di ridurne la progressione.La notizia buona e’ anche rappresentata dal fatto che questo farmaco e’ gia’ disponibile e fornito dal SSN da 2 anni come sintomatico per la malattia.
    Circa la sua ultima domanda non vedo l’opportunita’ di iniziare un trattamento preventivo nella mamma perche’ non abbiamo ancora un farmaco capace di prevenire/bloccare la malattia e perche’ il rischio di sviluppare la malattia e’ risibile.